Onorevole Toninelli, avete perso un’altra occasione?
Io le ribalto la domanda: per lei e per i cittadini italiani, soprattutto la parte onesta, le famiglie di piccoli e medi imprenditori sarebbe stato normale vedere un’aula che all’unanimità vota una persona sicuramente onesta, ma che comunque fa parte di un passato che è causa dello stato in cui l’Italia si trova? Certamente no. Io penso che la nostra scelta, il nostro percorso sia stato corretto, abbiamo fatto il massimo che potevamo fare. Nessuno di loro ha voluto neanche considerare i nostri nomi, però io credo che proprio quelli abbiano inciso sulle scelte di Renzi. Parlo con molti colleghi, anche di altri partiti, e penso che Mattatrella sia stato scelto dal presidente del consiglio per ricompattare il partito, quel partito che ha una minoranza così ampia che probabilmente avrebbe potuto convergere sul nome di Prodi che per noi, nelle nostre quirinarie, è arrivato secondo e che, se Imposimato si fosse ritirato o se ci fossero state le condizioni, noi probabilmente avremmo votato, come la rete ci aveva detto. Quindi penso che la nostra strategia sia stata corretta. Il nostro percorso ha portato a una scelta che a mio parere non è assolutamente la peggiore che avrebbe potuto essere fatta dal presidente del consiglio e dal patto del Nazareno.
Però avete sperato fino all’ultimo in un colpo di scena che vi permettesse di arrivare alla quinta votazione, ma che però è mancato.
Il nome di Mattarella di per sé escludeva già il colpo di scena, perché un istante dopo essere stato fatto da Renzi ha avuto il consenso di tutta la minoranza Pd, in particolare da parte di Bersani che è colui che tiene in pancia la maggior parte dei numeri, dei deputati e dei senatori della minoranza. Quindi era evidente che il colpo di scena non ci sarebbe stato ma, ripeto, é evidente che il modo in cui ci siamo mossi ha condizionato la scelta di Renzi.
Ma perché non avete sottoposto il nome di Mattarella al giudizio della rete?
Perché non era necessario, in quanto fatto fuori tempo massimo. Lei ha visto come il nostro percorso è stato molto responsabile: abbiamo deciso di non fare le quirinarie subito perché sull’esempio del 2013 sapevamo che i nostri nomi non sarebbero stati considerati. Siamo arrivati alla vigilia della prima votazione senza avere una risposta all’appello di fare i nomi pubblicamente. A questo punto noi avevamo i nostri nomi. Mattarella l’avremmo votato o riposto in votazione nel caso in cui fosse stato all’interno della nostra rosa di nomi. Che senso aveva a quel punto, avendo noi dei nomi, ed essendo praticamente tutte le forze politiche convergenti su quel nome, dare i nostri voti che sarebbero stati inutili dal punto di vista puramente matematico, mentre dal punto di vista politico Mattarella non è un nome nostro.
Davvero è convinto che il movimento non abbia fatto nessun errore?
Io penso che il movimento abbia fatto il massimo che poteva fare. La trappola a cui noi siamo stati sottoposti sono quelle più o meno finte spaccature interne agli altri partiti che fino all’ultimo istante hanno dichiarato di non voler votare Mattarella e di voler votare scheda bianca. Penso che ci sia stata la volontà di tenderci un tranello e di portarci a votare Mattarella facendoci sperare di essere noi l’ago della bilancia. Ma per noi queste strategie politiche non esistono, perché per noi un nome è buono o cattivo.
A proposito di spaccature all’interno dei partiti, anche tra voi il malumore non manca. Pensa che ci saranno ripercussioni nel movimento per come sono andate le cose? Già nell’assemblea della scorsa notte c’è stata maretta.
Guardi all’assemblea io ho partecipato e c’è stata l’unanimità se escludiamo una persona. Quindi penso che il fatto che abbiamo votato tutti il nome di Imposimato significa che con le ultime fuoriuscite ci siamo probabilmente levati la zavorra e adesso il M5S è compatto più che mai.