L’arresto di Mimmo Lucano ha destato profondo sgomento in quella parte di società civile che crede ancora nei valori della solidarietà, della tutela dei diritti, della libertà e della partecipazione democratica. Il sindaco di Riace, armato di umanità e speranza, ha accolto migliaia di migranti costruendo insieme a loro ed alla comunità riacese le condizioni per una convivenza pacifica e consapevole. E lo ha fatto in un posto sperduto, in un piccolo paesino della Calabria che se non fosse per il ritrovamento dei famosi «Bronzi», nessuno avrebbe saputo indicare sulla cartina geografica. Fino a quando il suo lavoro, la sua lungimiranza e la capacità di immaginare prima, e realizzare poi, un esperimento di reale interazione sociale e culturale tra la popolazione locale ed i migranti, non ha consegnato a tutto il mondo il «modello Riace».
L’azione di Mimmo Lucano da sola ha frantumato tutta la retorica della paura che alimenta il razzismo, la xenofobia e l’odio con i quali la Lega ha costruito il suo facile consenso e che ha determinato e determina l’azione di governo del M5S e della Lega.
Come altri hanno già avuto modo di evidenziare, l’arresto del sindaco di Riace per i reati che gli sono contestati, in una terra in cui i delitti di ‘ndrangheta, l’oppressione della società civile, lo sfruttamento dei migranti, le infiltrazioni mafiose nelle istituzioni sono all’ordine del giorno, stride fortemente con l’idea di giustizia sociale – e prima ancora: di giustizia – a cui un pezzo importante delle nostre comunità non può e non vuole rinunciare. È per questo che è necessario esprimere vicinanza e piena solidarietà umana e politica a Mimmo Lucano, la cui unica colpa è stata quella di aver mostrato a tutti che è possibile salvare uomini, donne e bambini dalla sofferenza, dalla miseria, dalla morte e che l’immigrazione, non solo è un fenomeno inarrestabile, ma può contribuire a ripopolare i borghi quasi del tutto abbandonati, dare lavoro e creare benessere diffuso, anche nel Mezzogiorno d’Italia. Il messaggio politico e sociale di Mimmo Lucano è un messaggio potente che ha mobilitato una parte importante e larga della società civile italiana, che sabato scorso ha manifestato in una Calabria flagellata dal maltempo, inerpicandosi tra le ripide stradine e i vicoli di Riace. Quella di Riace è stata una manifestazione spontanea, autoconvocata, bella, piena di giovani e senza leader, con protagonista tutta la sinistra. Un fatto importante, come ha sottolineato Luciana Castellina su «Il Manifesto», anche un modello per superare la litigiosità eccessiva e la deriva identitaria in cui è precipitata la sinistra. Una straordinaria partecipazione anche di centinaia di giovani militanti calabresi, siciliani, campani, laziali e lucani dell’Arci, che da sempre è in prima fila laddove c’è un sopruso da difendere o un diritto da rivendicare. L’augurio è che l’insegnamento politico di Mimmo Lucano: combattere collettivamente le ingiustizie, abbattere i muri culturali, politici, economici e sociali, stare al fianco di chiunque abbia bisogno, lavorare senza settarismi e lottare con umanità, tutti uniti, sia recepito, almeno ora, dalle forze politiche e sociali eredi del movimento contadino ed operaio.

(Presidenza nazionale Arci)