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Abbattere i muri culturali

L'intervento A commento della manifestazione del 6 ottobre a sostegno del sindaco Mimmo Lucano

Pubblicato circa 6 anni faEdizione del 13 ottobre 2018

L’arresto di Mimmo Lucano ha destato profondo sgomento in quella parte di società civile che crede ancora nei valori della solidarietà, della tutela dei diritti, della libertà e della partecipazione democratica. Il sindaco di Riace, armato di umanità e speranza, ha accolto migliaia di migranti costruendo insieme a loro ed alla comunità riacese le condizioni per una convivenza pacifica e consapevole. E lo ha fatto in un posto sperduto, in un piccolo paesino della Calabria che se non fosse per il ritrovamento dei famosi «Bronzi», nessuno avrebbe saputo indicare sulla cartina geografica. Fino a quando il suo lavoro, la sua lungimiranza e la capacità di immaginare prima, e realizzare poi, un esperimento di reale interazione sociale e culturale tra la popolazione locale ed i migranti, non ha consegnato a tutto il mondo il «modello Riace».
L’azione di Mimmo Lucano da sola ha frantumato tutta la retorica della paura che alimenta il razzismo, la xenofobia e l’odio con i quali la Lega ha costruito il suo facile consenso e che ha determinato e determina l’azione di governo del M5S e della Lega.
Come altri hanno già avuto modo di evidenziare, l’arresto del sindaco di Riace per i reati che gli sono contestati, in una terra in cui i delitti di ‘ndrangheta, l’oppressione della società civile, lo sfruttamento dei migranti, le infiltrazioni mafiose nelle istituzioni sono all’ordine del giorno, stride fortemente con l’idea di giustizia sociale – e prima ancora: di giustizia – a cui un pezzo importante delle nostre comunità non può e non vuole rinunciare. È per questo che è necessario esprimere vicinanza e piena solidarietà umana e politica a Mimmo Lucano, la cui unica colpa è stata quella di aver mostrato a tutti che è possibile salvare uomini, donne e bambini dalla sofferenza, dalla miseria, dalla morte e che l’immigrazione, non solo è un fenomeno inarrestabile, ma può contribuire a ripopolare i borghi quasi del tutto abbandonati, dare lavoro e creare benessere diffuso, anche nel Mezzogiorno d’Italia. Il messaggio politico e sociale di Mimmo Lucano è un messaggio potente che ha mobilitato una parte importante e larga della società civile italiana, che sabato scorso ha manifestato in una Calabria flagellata dal maltempo, inerpicandosi tra le ripide stradine e i vicoli di Riace. Quella di Riace è stata una manifestazione spontanea, autoconvocata, bella, piena di giovani e senza leader, con protagonista tutta la sinistra. Un fatto importante, come ha sottolineato Luciana Castellina su «Il Manifesto», anche un modello per superare la litigiosità eccessiva e la deriva identitaria in cui è precipitata la sinistra. Una straordinaria partecipazione anche di centinaia di giovani militanti calabresi, siciliani, campani, laziali e lucani dell’Arci, che da sempre è in prima fila laddove c’è un sopruso da difendere o un diritto da rivendicare. L’augurio è che l’insegnamento politico di Mimmo Lucano: combattere collettivamente le ingiustizie, abbattere i muri culturali, politici, economici e sociali, stare al fianco di chiunque abbia bisogno, lavorare senza settarismi e lottare con umanità, tutti uniti, sia recepito, almeno ora, dalle forze politiche e sociali eredi del movimento contadino ed operaio.

(Presidenza nazionale Arci)

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