Va bene! Avete vinto. Voi, i fan. Bravi! Avete creato un film tutto vostro. Quando, dopo una tragedia famigliare, Zack Snyder si è ritirato come regista di «Justice League», lo studio ha chiamato Joss Whedon e lui ne ha fatto un pessimo lavoro. Tutti speravano che aggiungesse una spruzzatina di successo, umorismo e sole all’universo nuvoloso di DC. Invece il film è diventato né carne né pesce – né Aquaman né Hulk! Quasi subito sono iniziate le chiamate #ReleasetheSnyderCut per far uscire la versione ‘cut’ di Zack Snyder. Lui stesso ha usato l’hashtag, incoraggiando i suoi fan a credere che questa fosse una crociata per liberare una visione artistica ostacolata dalle interferenze dello studio. L’unico problema era che il film non esisteva. I diversi tagli erano privi di una gran parte degli effetti e un manager ha definito il film ‘inguardabile’. La nuova versione di Snyder è costata altri 70 milioni di dollari e un sacco di scene che non esistevano prima. Il risultato dura oltre quattro ore e usa il rapporto Academy (1,37:1) per dare un senso di serietà. E non è male. Un po’ noioso, sicuramente troppo lungo, ma se vi piace Zack Snyder vi piacerà senz’altro. E dobbiamo ammettere che non sarebbe mai esistito senza le petizioni e le campagne online dei suoi fan. Ma questa vittoria mostra dei problemi. Uno di questi che dobbiamo capire una buona volta è che ogni film ha un versione di quattro ore.

Questi film non sono prove di una versione artistica che va oltre quella teatrale. È l’ ‘Assembly cut’: cioè un primissimo montaggio che include tante versioni della stessa scena e tante scene che vengono tagliate, e sono tagliate per un motivo. Ogni regista ha l’orrore di trovarsi nella stanzetta di montaggio e di non avere abbastanza materiale per costruire il film. È più economico filmare troppo e poi tagliare, invece di richiamare tutti per filmare scene extra. Adam Wingard, il regista di «Godzilla v Kong» appena uscito, ha detto di avere una versione di oltre quattro ore ma ha anche confessato di essere molto più contento di quello che possiamo vedere ora. I fan hanno sempre avuto molto potere. George Lucas ha sacrificato Jar-Jar seguendo il loro diktat. Mentre girava il «Signore degli Anelli» Peter Jackson li ha consultati per guidare le sue scelte durante la produzione. Il motivo è in parte economico. Se i fan sono entusiasti, comprano non solo i biglietti ma tutta la merchandise. I fan valgono quanto una campagna pubblicitaria milionaria via social. Ma il problema è che non vado al cinema per essere placato o compiaciuto. Vado per essere sorpreso, turbato. Voglio artisti con coraggio e visione, non gruppi di discussione. I film che non sono fedeli al materiale originale ma che sono originali. Non voglio più i fan. Voglio i cinefili.