La conferma ufficiale della morte di Abdelhamid Abaaoud nell’assalto del Raid mercoledi’ a Saint-Denis è arrivata mentre i deputati stavano discutendo e votando all’Assemblée nationale il prolungamento per tre mesi dello stato di emergenza. Il ministro degli Interni, Bernard Cazeneuve, ha confermato che Abaaoud, il “belga”, ha avuto “un ruolo determinante” negli attacchi del 13 novembre a Parigi ed è stato “implicato” in altri 4 dei 6 attentati che la Francia ha evitato dalla scorsa primavera, tra cui quello del Thalys. In parlamento, il nervosismo era tale per far passare la legge sullo stato d’emergenza modificato, che il primo ministro, Manuel Valls, è arrivato a dire che ormai “non possiamo escludere nulla, lo dico con tutte le precauzioni possibili, ma lo sappiamo e l’abbiamo presente: ci sono anche rischi di armi chimiche, batteriologiche”. Matignon ha poi attenuato la portata della frase: è un’ipotesi fatta “per avvertire”, una “constatazione realista” basata sul fatto che ci sono informazioni che Daech sia in possesso di armi chimiche, di gas moutarde (quello usato nella prima guerra mondiale), in Siria e in Iraq. Sul Journal Officiel di domenica, è uscito un decreto che permette l’uso anche per i civili del solfato d’atropina, finora riservato all’esercito, un antidoto contro le armi chimiche.

Le analisi scientifiche hanno identificato formalmente Abaaoud tra i morti dell’assalto del Raid a Saint-Denis, grazie alle impronte digitali. Non si sa ancora se sia stato ucciso dai poliziotti oppure si sia fatto esplodere, come la kamikaze, che pare essere sua cugina. Un altro corpo di un sospetto non è stato ancora identificato. Salah Abdeslam, individuato come terrorista che ha partecipato agli attacchi di venerdi’, è ancora in fuga, come un altro membro dei commando all’opera venerdi’. Assieme agli otto fermati a Saint Denis (tra cui una donna), questi individui facevano parte di un quarto gruppo, che avrebbe potuto entrare in azione. Cazeneuve ha affermato che Abaaoud, belga di origine marocchina sotto mandato d’arresto internazionale e condannato in Belgio a 20 anni, nel 2014 ha viaggiato tra il Belgio e la Siria, passando per paesi europei. “Non abbiamo avuto nessuna informazione da altri paesi europei” sulla presenza di Abaaoud in Europa, ha denunciato Cazeneuve, che oggi propone a Bruxelles, a un Consiglio Interni, di accelerare nell’adozione di nuove misure di lotta comuni contro il terrorismo, dal Pnr (Passenger Name Record) a un maggiore coordinamento nella lotta al traffico d’armi, passando per un “rafforzamento delle frontiere esterne”. Cazeneuve ha lanciato un appello ai partner per “una presa di coscienza collettiva, in fretta e con forza”. La Francia ha avuto l’informazione di un passaggio in Grecia di Abaaoud solo il 16 novembre, cioè tre giorni dopo gli attentati, da “un paese extra-europeo”, probabilmente in Marocco.

Oggi il Senato vota l’estensione per tre mesi, dal 26 novembre (alla scadenza del decreto di 12 giorni), dello stato di emergenza, già approvata ieri dall’Assemblea, dopo 5 ore di dibattito, con 551 voti a favore, 6 contrari (3 Ps, 3 Verdi) e un’astensione. Anche Marion Maréchal-Le Pen ha votato a favore, come tutta la destra dei Républicains, che avrebbe voluto un giro di vite ancora maggiore. Il testo è un compromesso, che cede alle posizioni della destra, che ora attacca su Schengen. Per il portavoce del gruppo socialista, Bruno Le Roux, “i francesi sono pronti, credo, a una restrizione della libertà molto relativa, inquadrata, controllata e limitata nel tempo”. La nuova legge sullo stato d’emergenza conferma la proibizione delle manifestazioni e prevede la possibilità di domicilio coatto extragiudiziario: “ampliamo la possibilità di farvi ricorso – ha detto Valls – non soltanto per attività pericolose provate, ma anche per minacce fondate su elementi seri”, basate su “comportamenti o frequentazioni, affermazioni o progetti”. Potrà anche venire imposto il braccialetto elettronico, finora prerogativa dei giudici. La censura sulla stampa è soppressa, ma viene introdotta la possibilità di bloccare dei siti Internet e sciogliere gruppi o associazioni giudicati pericolosi. Da sabato scorso, 118 persone sono in domicilio coatto, ci sono state 144 perquisizioni, tra cui una a Aulnay-sous-Bois al domicilio della madre di uno dei kamikaze. Verrà anche creata, entro l’anno, una struttura per “giovani radicalizzati” pentiti, i poliziotti fuori servizio potranno essere armati. Il Verde Noël Mamère, che ha votato contro, ha denunciato “una corsa securitaria che punta a trasformare l’eccezione nella normalità”, tre mesi di leggi d’eccezione che “relegano il potere giudiziario, protettore delle libertà fondamentali, in secondo piano”. Per il comunista André Chassaigne va rispettato “un equilibrio tra protezione della sicurezza e rispetto delle libertà pubbliche” ci vuole “molta vigilanza in un momento in cui l’emozione potrebbe portarci verso la scelta di un predominio del securitario”. In Belgio, ieri, dove ci sono stati 9 fermi, è passata una legge ancora più restrittiva di quella francese. E mentre Hollande ha parlato con Obama, esercito francese e russo si sono coordinati per la prima volta, la Francia ha sganciato una sessantina di bombe su Raqqa, il Belgio ha deciso di inviare la fregata Leopold I a fianco della portaerei nucleare francese Charles De Gaulle, già in rotta per il Mediterraneo orientale.

I costi aggiuntivi per la sicurezza saranno tra i 600 milioni e il miliardo, pari cioè allo 0,05% del pil, ha precisato ieri il commissario agli Affari monetari, Pierre Moscovici. La Commissione ritiene quindi che questo aumento di spesa non metterà a rischio la traiettoria del Fiscal Compact.

In Francia, Lione annulla la Fête des Lumières e il Centre Pompidou oggi espone sulla facciata un verso di Paul Eluard, scritto nel ’42 e illustrato da Léger: “Liberté, j’écris ton nom”.