Un referendum per fermare le piattaforme petrolifere offshore, sbloccate dal governo Monti nel 2012 e benvolute da quello Renzi, che sta facendo di tutto per facilitare l’avanzata dei signori dell’oro nero. Il coordinamento nazionale «No Triv» tira dritto su questa linea e cerca di coinvolgere i consiglieri regionali nella tutela del territorio: se almeno cinque Regioni delibereranno e depositeranno la richiesta di referendum entro il 30 settembre, i cittadini potranno esprimersi, alle urne, «in difesa dei mari italiani», già a primavera del prossimo anno, senza il bisogno di raccogliere 500 mila firme.

«Senza questo referendum, svolto in tempi brevi, i procedimenti per i progetti petroliferi riavviati dall’articolo 35 dello Sblocca Italia e tuttora in corso arriveranno a compimento rapidamente, anche grazie all’accelerazione impressa da alcune norme dello stesso decreto», spiega il Coordinamento.

«La questione – afferma Enzo Di Salvatore, costituzionalista e “No Triv” dall’Abruzzo – adesso è politica. Da martedì 15 settembre cominceranno a riunirsi i vari consigli regionali per decidere sulla delibera. Basilicata, Abruzzo, Marche, Veneto e Puglia sono le regioni più colpite dai procedimenti di trivellazione, che si svolgono entro le 12 miglia dalla linea di costa. Nell’Adriatico addirittura si arriva alle 5 miglia».

E i «No Triv» si sono impegnati anche su un altro fronte di sensibilizzazione: sono circa 180 le associazioni e 70 i rappresentanti del mondo accademico, culturale, sociale, politico, artistico, che, infatti, hanno finora risposto positivamente al loro appello. Da Dacia Maraini a Piera Degli Esposti, passando per Legambiente e Libera, tutti uniti in un solo obiettivo: opporsi all’invasione delle multinazionali del greggio e alla distruzione di interi territori.

«La grande partecipazione di soggetti ed entità esterne – riprende Di Salvatore – dimostra che non si tratta di una bizzarra richiesta di quattro comitatini, ma di una mobilitazione trasversale che tocca in profondità varie realtà dello Stivale».