«Ho potuto visionare i piloni con i miei occhi, sono in condizioni così degradate da risultare allarmanti». Arriva a Bugnara dopo la troupe de Le Iene sotto uno dei viadotti dell’autostrada A25, caschetto in testa, ascolta i tecnici, si mostra molto impressionato e se ne va. Ripercorrendo esattamente quei ponti che versano in condizioni «allarmanti» e che al primo terremoto potrebbero effettivamente venire giù.

Preso com’è dalla difesa degli articoli del decreto Genova contro i quali si sta mobilitando mezza regione e che prevedono di prelevare dal Masterplan Abruzzo le risorse da anticipare alla concessionaria Strada dei Parchi affinché renda antisismica l’autostrada che collega Roma all’Adriatico, il pentastellato Danilo Toninelli dimentica di avere in mano egli stesso la delega di ministro delle Infrastrutture che gli imporrebbe di agire immediatamente di conseguenza.

Le A24 e A25 infatti sono ancora aperte al traffico intenso di pendolari e mezzi pesanti che le percorrono ogni giorno ma, ha annunciato Toninelli ieri intervenendo ad un’assemblea dell’Ance e riferendo un sopralluogo effettuato nei giorni scorsi, «useremo strumenti di alta tecnologia per i monitoraggi, quali sensori e droni», e a fare «le ispezioni saranno tanti giovani ingegneri che, grazie alle assunzioni disposte dal decreto Genova, finalmente torneranno a popolare il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e gli ridaranno quel ruolo che avrebbe dovuto avere anche negli anni passati: vigilante attivo e garanzia di ultima istanza della sicurezza delle nostre infrastrutture. Abbiamo trovato una situazione disastrata e a tratti imbarazzante, ce la stiamo mettendo tutta per rimettere a posto le cose».

L’allarme del ministro sul degrado dei piloni arriva il giorno dopo di una partecipatissima assemblea che si è tenuta a L’Aquila indetta dal governatore vicario Giovanni Lolli al fine di mobilitare parlamentari, sindaci, amministratori, consiglieri e cittadini abruzzesi contro quello che chiamano «lo scippo di 200 milioni».

Nel decreto Genova infatti alcuni articoli prevedono di sottrarre al fondo Masterplan Abruzzo, destinato ai progetti presentati dagli enti locali abruzzesi, quei 192 milioni che completano l’anticipazione del finanziamento – altrimenti previsto dal 2022, previa approvazione del nuovo Piano economico finanziario – atteso dal gruppo Toti per gli interventi straordinari necessari all’autostrada. Interventi che non sono più procrastinabili perché se «la stabilità e la sicurezza dell’infrastruttura in condizioni statiche non sono pregiudicate», l’opera in ogni caso «non è a norma antisismica», come aveva spiegato ad agosto al manifesto il vicepresidente di Strada dei Parchi, Mauro Fabris.

Tanto più dopo due terremoti che hanno peggiorato le condizioni di alcuni piloni autostradali, dove il ferro è ormai a vista e cade a pezzi, e malgrado alcuni interventi di manutenzione sui giunti per impedire lo “scalinamento” dei viadotti.

«Se questo abominio non viene cancellato chiameremo l’Abruzzo a scendere in campo», aveva avvisato il dem Lolli durante l’assemblea, sottolineando che i 750 milioni di Masterplan sono già impegnati «per il 70%». «In realtà – spiega il segretario di Rifondazione comunista, l’abruzzese Maurizio Acerbo – molti progetti del Masterplan sono ben lontani dall’essere pianificati, e molti sarebbe meglio dimenticarli. Siamo contrari, per esempio, alle piste da sci di Ovindoli Magnolia (costo: 12,8 milioni di euro) o della Majelletta (22 mln), al prolungamento dell’asse attrezzato di Pescara (15 mln), al completamento dell’autostrada Teramo-mare (85 milioni), o al rifacimento della cosiddetta Mare-monti di Penne (35 mln)». Progetti che in alcuni casi vedono l’opposizione anche dei Cinque Stelle locali. Motivo in più, per Toninelli, per prelevare proprio dal Masterplan quei soldi che, afferma invece Lolli, andrebbero «stanziati subito con un’anticipazione a cui deve ricorrere il governo con i Fondi sviluppo e coesione, ma a valere sulla quota nazionale e non sui fondi regionali già trasferiti, altrimenti si bloccano altre opere».

L’allarme lanciato ieri da Toninelli ha gettato nel panico sindaci e amministratori abruzzesi, già da tempo sul piede di guerra contro il caro-pedaggi dell’A24/25. Alcuni, come il sindaco di Ajelli, Enzo Di Natale chiedono «la chiusura delle autostrade e la messa in sicurezza, oppure il blocco dei pedaggi, perché è assurdo pagare e poi rischiare la vita». Altri invece, capitanati dalla sindaca di Sulmona Annamaria Casini, in una lettera inviata al ministro si preoccupano per la chiusura dei tratta autostradali «che rappresenterebbe un gravissimo danno per il territorio». Ma poi chiedono anche di «snellire le procedure per la messa in sicurezza» e una «adeguata comunicazione sia sullo stato di vulnerabilità statica e dinamica dei viadotti che sugli interventi previsti».