È chiaro fin dai primi numeri: Felice Casson, ex pm e senatore tutt’altro che renziano, dovrà sottoporsi al verdetto del ballottaggio dieci anni dopo la bruciante sconfitta con Massimo Cacciari versione Margherita.

In serata lo spoglio restituisce (168 seggi su 256) un risultato sostanzialmente nitido: la coalizione del «popolo» di centrosinistra sotto il 40% e Luigi Brugnaro (paròn di Umana, ex presidente di Confindustria e grande amico delle lobby) che si stabilizza al 28% davanti al «grillino» Davide Scano (13%), al leghista Gian Angelo Bellati (11%) e all’ex presidente della Provincia Francesca Zaccariotto che galleggia al 6%.

Dunque, Venezia diventa «contendibile» in uno scenario apocalittico per il Pd. I 53.594 voti delle Europee erano già evaporati con il misero 30,3% di Alessandra Moretti che somma i 22.570 voti di partito ai 4.675 della lista personale. La vecchia «ditta» è stata stritolata dall’inchiesta Mose, dal fallimento di Bersani e dalle faide intestine.

I nuovi «rottamatori» si dimostrano evanescenti, quando non ostaggio della sussidiarietà nazionale. Così reggono a mala pena i sestrieri della laguna, si naviga a vista nelle isole, tradisce il Lido e non resiste nemmeno la roccaforte di Marghera. Addio plebiscito al primo turno…
Si dovrà ripartire, per forza, dal 10% di vantaggio. E dall’intesa politico-amministrativa che caratterizza Casson fin dalla sua candidatura nel «round preliminare» con Nicola Pellicani, che si è poi messo alla testa della lista civica.

In gioco, davvero, c’è la «Venezia bene comune» perché altrimenti dilagano la cricca del Consorzio Venezia Nuova, i cannibali degli appalti a senso unico, i padroncini del turismo e del commercio, i «salotti buoni» al servizio degli affari spiccioli, gli epigoni di Brunetta & Salvini, l’accademia del falso liberismo.

«È una sberla dopo l’altra. Altro che 7-0 e riformismo renziano…» sbotta un dirigente Pd con i fogli che tremano fra le mani.

Beppe Caccia dei comitati che sostengono Casson fin dalle Primarie lancia già un appello esplicito.«Gli elettori del M5S dovranno scegliere al ballottaggio. Vogliono regalare Venezia al nuovo partito degli affari? O appoggiano un sindaco che assicura legalità, trasparenza e tutela dei beni comuni?». «Qui le destre sono già più indietro rispetto al consenso di Zaia, mentre l’area di centrosinistra ha retto nonostante il Pd di Alessandra Moretti». «Lavoreremo tutti insieme per far tornare alle urne anche chi domenica non si è presentato»