Seguendo un uccello dalla coda azzurra, una fanciulla entra nella capanna del misterioso Kofi Atta e si ritrova di fronte a una scena inquietante che nemmeno la polizia criminale di Accra sarà in grado di risolvere con la sua arguzia e i suoi evoluti metodi scientifico-investigativi, ma dovrà infine ricorrere alle storie raccontate dal vecchio cacciatore Yaw Poku, depositarie di una tradizione orale e saggezza millenarie.

La vicenda di Sortilegio a Sonokrom di Nii Ayikwei Parkes (stampa alternativa, pp. 216, euro 15, traduzione di Biancamaria Bruno) si svolge nell’omonimo e non meglio definito villaggio tra le foreste del Ghana rurale – mescolando il mondo della modernità africana a quello della mitologia ancestrale, unico in grado di fornire chiavi di lettura ai misteri della vita contemporanea colmandone i vuoti e le lacune del pensiero ultrascientifico e ipertecnologico.

ANCHE IL GIOVANE KOYO, patologo legale coinvolto nelle indagini e incaricato di spiegare che sorta di informi e raccapriccianti materiali umani la capanna contenga, dovrà infine fare un passo indietro e riporre i suoi strumenti, affidandosi a una narrazione fuori dal tempo eppure ancora così attuale, che svela in forma circolare il fardello di crimini famigliari e colpe dei padri che ricadono sui figli, unica in grado di cogliere nella sua interezza le sfumature e complessità del vivere quotidiano.

Nii Ayikwei Parkes è nato in Inghilterra nel 1974 ma è cresciuto in Ghana, recuperandone la tradizione orale e mescolandola nelle sue opere a quella occidentale. Suo padre, jazzista e consulente industriale, da bambino lo lasciava nelle piazze dei villaggi all’ombra dei baobab ad ascoltare storie e racconti tradizionali, di cui la sua opera è infarcita. Anglofono di nascita, Parkes padroneggia altre lingue e dialetti, tra cui quello twi e fanti e il pidgin locale usato come lingua franca, che spesso vengono inseriti nella narrazione senza essere tradotti, conferendole un colore locale e un sapore unici e intraducibili.

DOPO AVER STUDIATO scienze, ha dapprima girato in lungo e in largo l’Inghilterra con le sue performance di slam poetry. Nelle sue poesie e ballate, ma anche nei suoi suggestivi poemi jazz, Parkes raccoglie e reinterpreta in maniera originale e personalissima le tematiche tipiche della narrativa diasporica nera, come la storia della schiavitù, che nel suo caso si svolge a ritroso dai Caraibi alla Sierra Leone ed è immaginata su mongolfiere al posto delle navi negriere, o come la figura tradizionale africana del ragno narrastorie Anansi, che nella sua narrazione infinita di fiabe e racconti orali è in grado di spiegare e al tempo stesso creare il mondo.
Inserito nella shortlist del Commonwealth Prize, Sortilegio a Sonokrom traduce in forma epica e immagini visionarie la realtà del Ghana contemporaneo, dimostrando come nonostante il progresso, l’esperienza umana mantenga sempre una componente di irrazionalità e sia impossibile da ricondursi a canoni logici e spiegazioni umanamente esaustive.