Non hanno mancato di far sentire la loro voce i tre assenti dalla conferenza di Varsavia organizzata dagli Usa per isolare Tehran. Nel comunicato finale del summit sul futuro della Siria tenuto ieri a Sochi, figlio dei colloqui di Astana, i presidenti dell’Iran Rohani, della Russia Putin e della Turchia Erdogan, affrontano la questione della regione di Idlib, nelle mani del ramo siriano di al Qaeda, dove fatica a tenere l’intesa stretta lo scorso settembre da Ankara e Mosca per l’istituzione di una “zona demilitarizzata”. Affermano perciò l’urgenza di contrastare i qaedisti e di attuare le intese sottoscritte lo scorso anno. Il vertice ha anche dato appoggio alla linea del pugno di ferro di Erdogan contro le aspirazioni curde nel nord della Siria, insistendo sulla determinazione «a contrastare agende separatiste tese a minare l’integrità territoriale della Siria, così come la sicurezza nazionale dei paesi vicini». I tre leader quindi valutano positivamente l’annunciato ritiro delle forze Usa dalla Siria. Sul piano politico Iran, Russia e Turchia dicono di voler «facilitare il lancio in Siria della Commissione costituzionale» e affermano l’importanza del coordinamento con l’inviato dell’Onu, Geir Pedersen. (mi.gio.)