I ragazzini e le ragazzine italiane non saranno obbligati ad avere mammà o papà all’uscita di scuola. La ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli ha annunciato che con un emendamento del Pd (ma anche Art.1 ne aveva presentato uno equivalente) al decreto legge sul fisco sarà cancellato l’obbligo di andare a prendere i figli a scuola fino ai 14 anni. La norma prende il treno di un provvedimento già in parlamento «per risolvere in fretta la questione».

La vicenda aveva ricacciato la scuola in un’atmosfera da libro Cuore. Lo scorso settembre una sentenza della Cassazione (la 21593) riferita al 2002 aveva condannato preside e insegnante di una scuola per la morte di un ragazzo di 11 anni investito da un autobus dopo essere autonomamente uscito dall’istituto. La sentenza aveva sparso il panico nelle scuole, costrette a far rispettare un obbligo spesso impossibile per le famiglie: alle medie i ragazzi escono alle 14. La ministra era corsa ai ripari inanellando però una serie di dichiarazioni che avevano scatenato l’ira delle famiglie e dei padagogisti, con raccolte di firme, lettere aperte e petizioni. «Non si transige sull’obbligo di presenza di un familiare all’ingresso e all’uscita di scuola», aveva detto, «e se i genitori non possono, vadano i nonni fuori scuola, è così piacevole per noi nonni farlo». Ma la ministra non sa che gran parte delle famiglie non ha nonni né i soldi per tate e baby sitter. In più i pedagogisti spiegano che in Italia c’è già un problema di scarsa autonomia dei ragazzi: solo il 7% va a scuola da solo, contro più del 70 in Germania.

Caso chiuso dunque: se il dl andrà in porto per i genitori basterà una dichiarazione alla scuola. Contrari i 5 stelle: «Un emendamento di bandiera fatti in tutta fretta», afferma un comunicato. Per com’è scritto «costringerà di volta in volta l’autorità giudiziaria a stabilire se i criteri siano stati rispettati o meno dai genitori».