L’unica certezza è che si farà dal 2 al 6 marzo, così come stabilito dai piani alti di viale Mazzini lo scorso ottobre quando era chiaro che la pandemia non avrebbe dato tregua. Ma sulle varie declinazioni della settantunesima edizione del festival di Sanremo – aldilà di cast e presentatori definiti – non si è ancora arrivati a un protocollo di massima. Non volendo rinunciare così a cuor leggero a 30 milioni di pubblicità stimati e già in bilancio e a una settimana di ascolti altissimi e blindati come ai bei tempi del monopolio Rai, l’organizzazione sta cercando di venire a capo a una serie di misure che garantiscano lo svolgimento delle cinque giornate di gara e al contempo la massima sicurezza sanitaria.

COSÌ DOPO LA FANTASIOSA ipotesi della nave-bolla su cui far convogliare pubblico e artisti tamponati a ogni pie sospinto, si è tornati all’idea del pubblico presente all’Ariston e non più..in mezzo al mare. Accessi limitati così come per la stampa, che da 1300 accreditati passerebbe a una settantina di inviati. Ma il protocollo sanitario invoca ben altre misure – così come avevamo sottolineato i discografici delle major (Universal, Sony, Warner, Bmg che hanno sotto contratto metà del cast degli artisti in gara) per voce di Enzo Mazza, ceo di Fimi: «Ci sembra chiaro che in un momento come questo, si possa realizzare solo un evento esclusivamente televisivo». Perplessità anche da parte di attori e registi come Emma Dante, che scrive su fb: «Se si decide di fare Sanremo con il pubblico, si riaprono i teatri e i cinema. È pacifico».
Si arriverà tutto fa pensare ad un evento blindato, anche alla luce del primo incontro che si è avuto fra Rai e il prefetto della città dei fiori, Alberto Intini, per discutere il piano sicurezza. «Sanremo 2021 non sarà un evento pubblico» dice il prefetto che, in accordo con il nuovo Dpcm, conferma non esserci «alcuna ipotesi di presenza di pubblico né pagante, né su inviti».

SI ANDRÀ a una via di mezzo, una ridotta platea di figuranti – rigorosamente controllati e tamponati – diversi per ogni sera così come viene fatto oggi per gli show Mediaset e Rai. Dall’incontro è poi emersa l’esigenza di eliminare ogni appuntamento esterno e mondano. Solo il teatro Ariston resterà aperto, chiuso il Palafiori salvo ospitare eventi a latere della kermesse ligure. Solo una conferenza al giorno, quella istituzionale del mattino, alla presenza di massimo 70/80 giornalisti che potranno accedere alla sala, per poi liberarla e consentirne la sanificazione in vista della riapertura del giorno dopo o per incontri straordinari con gli artisti. Nessuna intervista in presenza, tutto in streaming. Questo sarà Sanremo ai tempi del Covid-19.