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«Attraverso Fortini: poesia educazione mondo»: questo il titolo del partecipato convegno che si è tenuto martedì 9 maggio presso l’Università di Roma Tre con cui si è aperta la stagione delle celebrazioni del centenario della nascita di Franco Fortini (1917-2017) con numerose iniziative di studio e riproposte editoriali. Su queste e sulle molteplici dimensioni del poeta fiorentino-milanese il manifesto ha pubblicato un inserto speciale il 4 maggio scorso.

I diversi interventi hanno messo a fuoco le tre dimensioni evocate nel titolo del convegno. La poesia, nel suo legame con una biografia esistenziale e storica fatta di scelte radicali e di prese di posizioni sofferte e coerenti da parte di un intellettuale marxista che non ha mai abdicato allo «spirito di scissione» di una generazione che ha attraversato il fascismo, la guerra, la lotta partigiana, l’impegno politico-culturale. «Sono un servo che servi hanno disarmato», scriverà Fortini in una poesia dei primi anni Sessanta, ma senza mai indulgere al populismo di Pasolini al quale dedicherà i versi brucianti di Diario linguistico: «Non imiterò che me stesso, Pasolini./ Più morta di un inno sacro/ la sublime lingua borghese è la mia lingua./ Non conoscerò che me stesso/ ma tutti in me stesso. La mia prigione/vede più della tua libertà».

L’EDUCAZIONE, intesa come pedagogia generalizzata e come critica alle forme omologanti e mercantili del sapere, determinati dal progressivo smantellamento della «pubblica istruzione» a partire dagli anni Novanta, è stata la seconda dimensione della vicenda biografica e culturale di Fortini, il quale, come ha ricordato Abati nel suo intervento, è stato per lunghi anni insegnante nella scuola e nell’università. Il mondo, infine, è stato l’oggetto dell’intervento dedicato ai Cani del Sinai, un testo scritto a «muscoli tesi» in cui Fortini affronta le radici del suo ebraismo, il conflitto israelo-palestinese, la violenta reazione antiaraba italiana e occidentale dopo la Guerra dei Sei Giorni del 1967. Un video inedito di Moni Ovadia che legge Fortini e una testimonianza appassionata di Cecilia Mangini hanno, infine, accompagnato il convegno romano.

Tra breve sarà possibile ascoltare le relazioni del convegno nei seguenti siti: www.ospiteingrato.unisi.it e www.proteofaresapere.it. Il video inedito di Moni Ovadia è invece già presente nel sito del manifesto.

Questo il video del ricordo di Franco Fortini inviato da Momi Ovadia agli organizzatori del convegno romano