Al centro curdo Ararat, a Roma, la protesta va avanti e si allarga. Erol Aydemir, giovane curdo, è a digiuno da 24 giorni e intorno a lui la rete di solidarietà cresce. Dal 6 aprile la comunità curda di Roma e del Lazio ha iniziato una staffetta, turni di due giorni di sciopero della fame.

Ieri e oggi a digiunare sono cinque donne, curde e italiane. Nei giorni scorsi ha aderito Giovanni Russo Spena mentre i gruppi locali nel resto d’Italia, che fanno riferimento a Rete Kurdistan, si preparano a fare altrettanto.

«Sto bene, ma negli ultimi tre giorni ho iniziato a sentirmi più stanco – ci dice Erol – I medici dicono che è normale. Tanti compagni vengono a portare solidarietà e la staffetta continua. Ma c’è bisogno di più risonanza: i compagni in sciopero della fame nelle carceri turche stanno molto male».

Ieri a far visita a Erol è andato Nando Cavaterra, partigiano: «Mi ha dato tanto morale – continua il giovane – Saremo insieme il 25 aprile, l’Anpi Fiumicino ci ha chiesto di partecipare alla loro iniziativa: andrò in carrozzina, ma andrò». Nel pomeriggio, in veste ufficiale, ad Ararat è andato Amedeo Ciaccheri, presidente del Municipio VIII di Roma.

E mentre sul territorio nazionale si moltiplicano le iniziative di solidarietà con lo sciopero della fame (con le stesse richieste dei prigionieri curdi, la fine dell’isolamento per il leader del Pkk Ocalan), a dare sostegno alla staffetta nei giorni scorsi sono stati la Fiom, Un Ponte per, la Casa internazionale delle donne: «La Fiom aggiunge la propria voce per rompere il silenzio con cui la comunità internazionale pare assistere impotente alla drammatica situazione degli oltre 7mila prigionieri politici curdi in sciopero della fame», si legge nella nota del sindacato metalmeccanici della Cgil, firmata dalla segreteria Francesca Re David e da Stefano Maruca dell’Ufficio internazionale.

Oggi Erol parlerà al Teatro Quirino di Roma alla presentazione della lista per le europee «La Sinistra». È sparita invece la discussione sullo sciopero in Commissione diritti umani della Camera: dieci giorni fa parlamentari del Pd, dopo un sit-in a Montecitorio, avevano promesso di portare la questione in aula, ma dal calendario è scomparsa, ci fanno sapere gli attivisti di Rete Kurdistan.

Si sciopera anche in Germania: da venerdì rifiutano il cibo sei giovani tedeschi del Comitato di Resistenza Berlino, gruppo nato lo scorso anno durante l’invasione turca del cantone curdo-siriano di Afrin. Lo sciopero era a cielo aperto in Heinrichsplatz: le autorità avevano negato la possibilità di montare tende, ma ora un gazebo è apparso. A sostenerli una lettera di 21 artisti e accademici tedeschi diretta alla cancelliera Merkel e firmata, tra gli altri, da Esther Bejarano, musicista sopravvissuta al campo di Auschwitz.

E prosegue lo sciopero, iniziato il 17 dicembre, di 14 attivisti a Strasburgo. Ieri due di loro, Yuksel Koc e Deniz Surgut, sono stati ricoverati in ospedale per il grave deterioramento delle condizioni di salute: Koc soffre di un’infezione alle vie aeree con ripercussioni su cuore e polmoni, Surgut di forti dolori a ossa e muscoli.