Al Colosseo ieri pomeriggio la manifestazione «Fermiamo la strage subito» indetta da Cgil, Cisl, Uil e dall’associazionismo (dall’Arci a Emergency, da Libera alla Rete per la pace) ha rinnovato la scelta di campo nel solco della Giornata internazionale del rifugiato.
Il presidente della Repubblica, del resto, in un messaggio all’Unchr scrive: «L’Italia sente alto e forte – da sempre – il dovere di solidarietà nei confronti di chi giunge nel nostro Paese, coltivando l’ispirazione e la speranza verso una vita più sicura e un avvenire per sè e per i propri figli. Il nostro Paese continuerà a fare quanto necessario per assicurare ai rifugiati e a coloro che chiedono asilo un trattamento rispettoso dei diritti fondamentali e della dignità umana, con l’auspicabilmente crescente contributo dell’Unione Europea e della comunità internazionale».

Al Colosseo bandiere, colori e tanti cartelli: «Salviamo la nostra Europa con migranti, rifugiati e Grecia» sintetizzava lo striscione. Un vessillo dell’Onu spicca in mezzo alle bandiere sindacali e dell’arcobaleno. In piazza la Roma multiculturale, che vuole «canali di emergenza umanitaria», un sistema di accoglienza efficace e soprattutto maggiori diritti.

Dal palco, Susanna Camusso segretaria generale della Cgil scandisce forte: «Chi osa dire che si devono affondare i barconi sta dicendo che si può sparare sulle persone». E ancora: «Serve la risposata dell’accoglienza e potremo definire l’Europa grande solo se è in grado andare in Libia a costruire i corridoi umanitari». Insomma, «non si possono uccidere le persone nel Mediterraneo perché si voltano le spalle a quanto sta accadendo, perché non si vogliono fermare le guerre».

Del resto, i profughi alla stazione Tiburtina ieri hanno rilanciato la loro semplice richiesta: «Lasciateci passare», come recita lo striscione che ieri è stato portato sul palco del Colosseo. Filippo Miraglia dell’Arci chiarisce che lo striscione indica una volontà: «Non sono venuti qui al Colosseo, perché hanno paura di essere identificati. Non vogliono chiedere asilo in Italia, ma nei Paesi del Nord Europa. Bisogna lasciarli passare , bisogna superare il regolamento di Dublino».

Loredana De Petris, capogruppo Sel al Senato, ribadisce: «Oggi nella giornata del rifugiato è importante essere in piazza contro la campagna di odio in corso che avvelena le coscienze. Ma anche per ricordare che l’Europa è nata dalle macerie della seconda guerra mondiale, per affermare i valori di solidarietà e contro tutti i muri».

E nel suo messaggio alla manifestazione del Colosseo don Luigi Ciotti, presidente di Libera, afferma: «La ricerca del consenso, cioè del potere, è ormai la peste del nostro tempo. Un’Europa che gioca a scaricabarile con le vite di tanti poveri Cristi è un Europa che tradisce gli ideali per cui è nata».

Da palazzo Vecchio a Firenze, il governatore della Toscana Enrico Rossi ha celebrato la Giornata del rifugiato insieme alla presidente della Camera Laura Boldrini: «Non si può non partire dall’articolo 10 della nostra Costituzione repubblicana, che prevede tra i principi fondamentali che lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha il diritto d’asilo».