Se i primi dati saranno confermati, Sandro Medici resterà fuori dal Campidoglio. Repubblica Romana infatti si ferma attorno al 2,2% (1063 sez. su 2600), un quinto posto di tutto rispetto (dopo Alfio Marchini) ma pericolosamente al di sotto del quorum del 3% necessario ai candidati sindaco per entrare nell’aula Giulio Cesare. Un risultato insufficiente ma onorevole, vista la sproporzione di mezzi economici e mediatici con gli «outsider» a 5 stelle forti di Grillo e l’alter ego di «Arfio».

Molto meglio invece le liste simili a quella romana presentate in Toscana, sempre accompagnate da Rifondazione. Ciccio Auletta e la sua «una città in comune» a Pisa prendono il 7,1% (23 sez. su 86). Mentre Laura Vigni a Siena sfiora addirittura il 10% (20 sezioni su 50) e arriva terza, superando nettamente (almeno fino a questo momento dello scrutinio) anche i 5 Stelle, nonostante il vento forte dello «tsunami» di Grillo abbia frustato a lungo la città del Palio. La battuta d’arresto nella capitale dunque non cancella i buoni risultati ottenuti a macchia di leopardo delle liste fatte dal melting pot di cittadinanza attiva, di movimento e di sinistra che tentano di dialogare fuori dalla prospettiva sempre più asfittica (a giudicare dall’astensione) del centrosinistra classico.