L’Italia a 5 Stelle si ritrova oggi e domani a Roma, nell’arena del Circo Massimo. Ci sarà il premier Giuseppe Conte, trafelato tra un vertice e l’altro. Non potrà mancare Luigi Di Maio. Davide Casaleggio ha già calcato il terreno, in visita ai lavori preparatori, e parteciperà per i due giorni alla promozione del suo (non fortunatissimo al momento) portale Rousseau. Invece Beppe Grillo arriverà soltanto domenica, quando terrà banco ma senza Edoardo Bennato: il duetto tra i due annunciato ma è saltato, ufficialmente per problemi di voce del cantante napoletano.

NON SI SOTTRARRÀ Roberto Fico, che pure l’anno scorso in occasione dell’incoronazione di Di Maio preferì rimanere in disparte. Alessandro Di Battista interverrà in videoconferenza dal Centroamerica dal suo viaggio che sempre più pare pensato per parlare da lontano del paese, per fare da contraltare alle voci critiche che vengono dall’interno.

Per la prima volta il popolo grillino si ritrova e butta un occhio sul palazzo con un misto di orgoglio e inquietudine. A pochi metri dal Circo Massimo c’è piazza della Bocca della verità, il punto in cui Di Maio meno di quattro mesi fa convocò una manifestazione che era stata convocata per chiedere l’impeachment di Mattarella e invece si trasformò nei festeggiamenti della nascita del governo gialloverde. In quell’occasione il capo politico grillino disse ai suoi «Non fischiate, adesso lo stato siamo noi».

L’INDICAZIONE RESTA QUELLA: la festa dovrebbe servire a ribadire successi e incamerare consenso. In effetti , se ci si dovesse attenere alla composizione delle kermesse degli scorsi anni, sarebbe difficile considerare realistica una qualche contestazione dalla parte delle base.

«AL MASSIMO MUGUGNI – minimizzano i grillini che predispongono l’evento – del resto discutiamo tra di noi anche in parlamento, non la pensiamo tutti allo stesso modo». Soltanto che il Movimento 5 Stelle al governo e le prime, pesanti, scelte compiute in questi primi mesi, espongono l’evento alle contestazioni come non mai: si teme l’irruzione dei No Tap. Sono soprattutto vertenze territoriali, anche se importanti e fondative della storia grillina. Per una forza politica che non celebra congressi, che evita i dibattiti e che si ritrova davvero soltanto una volta all’anno, questo è il momento della prova del fuoco. E questa è la prima prova di confronto pubblico da superare dall’accordo con Matteo Salvini.

L’IRONIA DELLA SORTE ha voluto che tutto precipiti nei giorni della tensione con la Lega e nelle ore in cui dovrebbe tenersi il consiglio dei ministri convocato per sciogliere la questione del condono. Di Maio prova a giocare due ruoli in commedia, quello dell’uomo di governo in grisaglia e quello dell’oppositore descamisado. I suoi tengono botta. «Salvini se ne faccia una ragione, è al governo con il M5S e non con Berlusconi. Ognuno rimetta le manine a posto e torniamo sul giusto binario intrapreso fino a ieri», dice ad esempio il sottosegretario ai trasporti Michele Dell’Orco.

Un altro sottosegretario considerato molto vicino a i Maio, Stefano Buffagni, si dice sicuro che l’accordo con la Lega resterà intatto: «Ci si parlerà e si ricomporrà l’alleanza, tutti vogliamo il bene del paese». Invece rifiuta di parlare Paola Nugnes, la senatrice campana in sofferenza che in queste settimane ha contestato le scelte del governo e lanciato un grido di dolore su Riace: «Una volta saremmo stati lì, a manifestare», è sbottata nei giorni scorsi. Nugnes affida alla sua pagina Facebook un messaggio allarmato che pare riferirsi alla mutazione genetica del M5S di governo e che raccoglie numerosi commenti: «Come è avvenuto? – scrive Nugnes – Come è successo e come è stato possibile tutto questo? Eppure c’ero, ero qui, ero presente e credevo di essere vigile. Ho visto cambiare tutto a poco a poco, un fiume come fosse stato il Sarno dove la gente si faceva il bagno diventare tossica e avvelenare il mare».

Le indiscrezioni dicono che i bus organizzati dal nord sono al di sotto delle aspettative. Si spera di più nel sud che alle elezioni politiche ha votato con percentuali bulgare le liste pentastellate. Il crowdfunding non ha funzionato come ci si aspettava, sarebbero stati raccolti appena 50 mila euro. Il che ha spinto gli organizzatori a chiedere una sottoscrizione straordinaria ai parlamentari. Anche quei bonifici pare siano al di sotto della soglia. Tutto pare pensato per diffondere il fortunato brand. Gli eletti indosseranno una maglietta con la scritta «Il portavoce ti ascolta». Le bevande verranno servite dentro un bicchiere utilizzato come vuoto a rendere ma pensato come gadget da conservare, con un omaggio a «L’Elevato», come si definisce Beppe Grillo per aggirare le critiche sul suo ruolo con apparente ironia, e la nota sentenza di Gianroberto Casaleggio che celebra la natura post-ideologica del M5S: «Un’idea è buona o cattiva, non di destra o di sinistra».