Si vota oggi a Roma, in due pezzi di città popolosi ed estesi quanto capoluoghi. Si consultano i cittadini per scegliere i candidati alle elezioni suppletive municipali del prossimo 10 giugno. La cosa che potrebbe apparire sorprendente è che nella principale città amministrata dal Movimento 5 Stelle, nel quale il principio della «democrazia diretta» sta per essere addirittura inserito nello statuto comunale, le primarie riguardano il centro sinistra. Così, una trentina di gazebo accolgono i residenti che hanno compiuto almeno sedici anni e che vogliono esprimere la loro preferenza per il candidato alla presidenza dei municipi III e VIII, rispettivamente a nordovest della capitale lungo la via Nomentana e a Sud, tra l’Appia e l’Ostiense.
Si tratta di due porzioni di territorio utili sia a comprendere l’evoluzione più recente del M5S romano, quello che ha raggiunto le stanze dei bottoni e che ha anticipato il boom delle elezioni politiche, che per indagare possibili mutamenti nel centrosinistra, che da queste parti il 4 marzo ha raccolto segnali contraddittori: ha subito la batosta delle voto nazionale ma anche strappato la conferma di Nicola Zingaretti. E quelle del prossimo 10 giugno non saranno proprio elezioni di mid term, ma ormai la maggioranza grillina in Campidoglio si appresta a compiere due anni e dalle vicende dei municipi si ricavano preziose indicazioni.
Nel municipio III, a due settimane dalle elezioni politiche e regionali del 4 marzo, la grillina Roberta Capoccioni era stata sfiduciata dalla sua stessa maggioranza. Il fatto aveva assunto rilievo oltre la sfera locale perché questo territorio nel quale vivono oltre 200 mila persone è considerato feudo di Roberta Lombardi e del presidente del consiglio comunale Marcello De Vito, la cui moglie era stata nominata assessore nella giunta municipale e la cui sorella è da poco stata eletta in consiglio regionale. Noncurante di dissensi interni al M5S, promesse di verifiche democratiche e carenze di strumenti partecipativi, Capoccioni ormai veleggia verso la ricandidatura, per di più da commissaria del municipio, nominata da Virginia Raggi tra le polemiche. Il centrosinistra invece celebra le primarie.
In campo c’è Paola Ilari, espressione del Pd per la quale nei giorni scorsi si sono mossi il reggente Maurizio Martina e il presidente Matteo Orfini, già commissario del partito a Roma e residente in questo di territorio. Ilari deve vedersela con il verde Andrea Comito e soprattutto con Giovanni Caudo, che era assessore all’urbanistica nella giunta di Ignazio Marino, quella che venne decapitata dal Pd. Sostengono Caudo Sinistra Italiana, Mdp, Possibile e la minoranza del Pd che non si riconosce nella segreteria cittadina renziana. Impossibile non considerare la sua candidatura come primo passo verso il Campidoglio, col Pd cittadino ancora fermo alla batosta di due anni fa quando vinse soltanto nei due municipi del centro storico e lasciò ai grillini il resto della città e la rabbia delle periferie. Marino è al suo fianco: per l’ex sindaco si tratta di scegliere «tra una politica aperta e inclusiva e un’idea di una politica ristretta, confinata, gestita dai capibastone».
Anche al municipio VIII, 130 mila abitanti a sud di Roma, la sfida va oltre la contesa territoriale. Il M5S amministrava con Paolo Pace, che ormai da un anno è stato costretto alle dimissioni dalle divisioni interne alla sua maggioranza. Pace da presidente si era distinto per l’attenzione ossessiva per i temi del decoro e della sicurezza e ha dimostrato di non riuscire a maneggiare i tanti dossier sulle mutazioni urbanistiche del territorio. Silurato dai suoi, è passato con Fratelli d’Italia. Per scegliere il suo successore i grillini hanno indetto qualche giorno fa una consultazione ristretta a soli 55 «attivisti» per eleggere l’aspirante presidente e i 22 candidati consiglieri. Per il centrosinistra,invece, si è fatto avanti Amedeo Ciaccheri, 29 anni, espressione dell’area della sinistra civica sostenuta dal vicepresidente della Regione Lazio Massimiliano Smeriglio, che in questo municipio ha iniziato negli anni ’90 la sua carriera politica.
Ciaccheri è stato consigliere municipale ed è noto come militante del centro sociale La Strada di Garbatella, il quartiere storico che è un po’ il baricentro del municipio. «Vogliamo un governo del territorio che nasca dalle esperienze diffuse e dall’associazionismo, che abbia l’ambizione di tenere insieme storie diverse», dice Ciaccheri. Lo sfida Enzo Foschi, esponente del Pd, già consigliere comunale e regionale ed attualmente vicecoordinatore del Pd laziale.