Qui dove ora c’è l’erba incolta un giorno ci sarà la prima funivia urbana di Roma». Giuseppe Manzi un anno fa ci indicava un campo boscoso tra via di Casalotti e via di Boccea, tra gruppi di case basse e piccole attività commerciali.

Giuseppe è uno dei promotori di Casalottilibera, un’associazione che riunisce abitanti di Casalotti, Selva Candida, Selva Nera e Pantan Monastero e che da molti anni si occupa dei problemi di viabilità di queste zone.

«Oggi ci metti almeno quaranta minuti per percorrere sei chilometri e arrivare alla stazione metro più vicina, Battistini. Prima che facessero le due rotatorie ci voleva quasi un’ora e un quarto». Giuseppe ci raccontava che gli abitanti del suo quartiere, per arrivare alla metro A hanno a disposizione tre linee di autobus, ma le strade strette congestionano il traffico e il mezzo più usato rimane l’automobile, con gravi conseguenze sulla qualità dell’aria. Esasperati da questa situazione, gli attivisti di Casalottilibera hanno cercato una soluzione. È così che è nata l’idea della Gondolina. Realizzato da uno studio tecnico, il progetto della prima funivia urbana di Roma è stato poi sottoposto alla consultazione dei cittadini: quasi l’86% degli intervistati si è espresso a favore, ma si tratta di 1.500 persone su quasi 80 mila residenti.

Sulla pagina Facebook dell’associazione infatti sono tante le critiche al progetto: «Chi abita oltre Casalotti, per esempio a Casal Selce, dovrà prendere il bus o l’automobile se vorrà usufruire della funivia, mi chiedo a quel punto perché non restare sul bus fino a Battistini», scrive, tra i tanti, Roberto Rosellini. Nonostante i pareri contrari, il piano della funivia è stato presentato a Roma Metropolitane che l’ha fatto valutare ai suoi ingegneri, i quali hanno proposto un progetto alternativo, apprezzato da Casalottilibera. La funivia è entrata nel Piano Urbano di Mobilità Sostenibile (Pums), il documento con i progetti di mobilità da realizzare entro dieci anni, sostituendo un altro progetto previsto per la zona, il prolungamento della Metro A. La Giunta Raggi aveva promesso di realizzare la funivia entro fine mandato, ma a pochi mesi dalle nuove elezioni il progetto è ancora fermo sulla carta.

IL 2 FEBBRAIO 2020, la giunta capitolina ha approvato il maxiemendamento al progetto di Bilancio che stanzia 457 milioni di euro per le nuove opere pubbliche. A questi si sono aggiunti i fondi che il Comune ha ricevuto lo scorso anno dal Ministero dei Trasporti per la realizzazione della funivia Casalotti-Battistini, pari a quasi 110 milioni di euro. Soldi che verranno ritirati se i lavori non partiranno entro dicembre 2022.

Il 10 febbraio è stato approvato il Piano di fattibilità tecnico-economica della funivia: il percorso definitivo prevede sette fermate, lungo un tracciato di 3,5 chilometri. Alle fermate di Casalotti e Battistini se ne aggiungono altre cinque: Acquafredda, Montespaccato, Torrevecchia, Campus e Colline delle Muse/Gra. Tempo stimato dei lavori: 18 mesi.

LE CABINE DELLA FUNIVIA URBANA potranno trasportare fino a dieci persone e avranno una frequenza minima di dieci secondi, per una capacità di trasporto di circa 3600 persone all’ora per direzione. Tra i vantaggi, sostiene Giuseppe Manzi, quello di evitare il traffico: «Se in montagna le funivie servono a superare un dirupo, qui servirà per superare gli ingorghi». Gli svantaggi: è un mezzo lento e poco capiente, la velocità commerciale è paragonabile a quella di un autobus nel traffico e per fare il tratto Casalotti-Battistini ci vorranno almeno venti minuti.

Dopo l’approvazione del progetto, la sindaca Raggi ha commentato: «È un sistema di trasporto utile e moderno già sperimentato in tante altre metropoli. Sarà una piccola rivoluzione per la mobilità di tutta la zona».

Ma i dubbi sulla funivia urbana sono numerosi: «Credo che allo stato attuale la funivia sia già insufficiente. I progetti edilizi sono deliranti: solo a Casal Selce dovranno arrivare altri migliaia di abitanti, così a Monti dell’Ara e a via della Storta. O si fa la metro o qui si muore», scrive ad esempio Roberto Lattanzi sulla pagina facebook di Casalottilibera. C’è anche chi non è contento all’idea di una funivia tra le case: «A tutti i sostenitori della pazza idea, spero che le cabine, i fili e i piloni passino nei loro giardini e davanti le loro finestre», commenta su Facebook Rossella Stocchi. Quello che preoccupa è la privacy. Su questo la normativa italiana non è così chiara e si è trovato il modo di aggirarla: «Passa a un’altezza e a una distanza tali che non entra dentro le case», ci disse Giuseppe Manzi. Il tracciato della funivia è stato disegnato in modo tale da evitare anche il sorvolo sugli edifici, tranne nel caso dell’Università Niccolò Cusano. Ma le parti hanno trovato un accordo: in cambio del passaggio della funivia sopra l’università, il Comune realizzerà la fermata Campus vicino alla Cusano.

IL COMITATO COLLINA DELLE MUSE nelle scorse settimane ha sollevato un ulteriore problema: «Là dove il progetto della funivia prevede la stazione di Collina delle Muse e il relativo parcheggio di scambio è stata autorizzata la realizzazione di un impianto di distribuzione di idrocarburi». Il Campidoglio ha però rassicurato i cittadini affermando che i due progetti possono coesistere. Ma il Comitato ribatte che lo spazio non è abbastanza grande da prevedere entrambi.

Critiche sono arrivate anche dall’opposizione: «Con il tempo che si è perso in questi anni si poteva realizzare il prolungamento della metro da Battistini a Casalotti come già ipotizzato agli inizi del 2000, uno dei tanti progetti che continuano a rimanere sepolti nei cassetti nonostante in quelle zone si sia continuato a costruire», commenta su Facebook la consigliera comunale Giulia Tempesta.

La sindaca Raggi non ha comunque escluso la possibilità di realizzare il prolungamento della metro A in futuro: «Le due opere non sono incompatibili, qualora la funivia non dovesse più servire si smonta e si può rimontare da un’altra parte», ha scritto su Facebook in un commento poi rimosso, che ha suscitato l’ilarità di molti utenti.

Mentre i cittadini si interrogano sulla fattibilità di quest’opera, con il progetto della metropolitana abbandonato e i lavori della funivia senza una data di inizio, Casalotti e i quartieri vicini sono ancora scollegati come cinque anni fa.