Matteo Salvini incontra il suo omologo austriaco Herbert Kickl, ideologo della Fpoe, nonché modello del capo della Lega nel nuovo asse dei muri. I due partiti sono uniti nel gruppo dell’estrema destra (Europa delle nazioni e della libertà) al parlamento europeo. Un altro pezzo del nuovo asse dei volenterosi, si riunisce oggi a Vienna, dove il cancelliere Sebastian Kurz (partito popolare, Oevp) riceve quale ospite d’onore il ministro tedesco dei trasporti Andreas Scheuer della Csu di Seehofer.

«L’ASSE DELLA VERGOGNA» protesta Refugees Welcome, piattaforma per una politica d’asilo umana che stasera scende in piazza a Vienna «contro la politica d’asilo della coalizione Oevp-Fpoe». La piattaforma è sostenuta da 152 iniziative e organizzazioni, la parola d’ordine del corteo «Proteggere la vita umana!» si contrappone al motto dell’imminente presidenza austriaca Ue «Proteggere l’Europa» che implica l’idea del rafforzamento della fortezza. Da sei mesi in carica, sono ancora sulla carta i progetti antimigranti del governo nero-azzurro , ma i suoi effetti già spaventosamente concreti.

«MAI SONO STATE ESPULSE così tante persone dall’Austria, la commissione d’asilo (Bfa), la prima istanza, che è controllata dal Ministero degli interni sforna respingimenti come non mai» accusa Christoph Riedl della Diakonie Oesterreich.

L’abbiamo incontrato al flash-mob musicale artistico contro le espulsioni in Afganistan di lunedì in Piazza degli Eroi a Vienna. Una distesa di scarpe la copriva, simbolo dei rifugiati rifiutati e mandati via. Che sono per la maggior parte afgani, rispediti nel loro paese di origine malgrado le condizioni di pericolo e insicurezza. Ma l’asilo non è l’unico diritto. «Un buon livello di integrazione dovrebbe comunque garantire il diritto alla permanenza , come è previsto dall’articolo 8 della Convenzione europea dei diritti umani» spiega Riedl, invece accade il contrario, si espellono proprio le persone che si sono integrate meglio”». Come si spiega? Da un lato i ben integrati sono più facili da beccare, nei corsi che frequentano, sui posti di lavoro in giro tra la gente. In più dice Riedl c’è un motivo politico: si vuole demoralizzare noi, i tanti gruppi di volontari e ong che sosteniamo i richiedenti asilo, investendo energie per la loro integrazione, per dirci vedete, è inutile quello che fate, espelliamo anche i meglio integrati.

L’ELENCO DELLE ESPULSIONI arbitrarie e disumane è lungo. Junadi Sugaipov, 25 anni, ceceno, due volte campione austriaco in Taekwondo, era un modello di integrazione riuscita. Il tedesco parlato alla perfezione, un lavoro da allenatore e l’impegno in un progetto di deradicalizzazione di giovani per i quali Sugaipov era la figura di identificazione ideale. Negato l’asilo, contro la sua espulsione si è mobilitato tutto Bad Gastein, il suo paese, dal sindaco in giù. Niente da fare, è finito su un volo di Frontex per Mosca, senza neanche il passaporto non restituito dalla polizia.

Espulso due giorni prima dell’udienza che avrebbe deciso sul suo diritto di permanenza umanitaria. Sullo stesso aereo la famiglia Tikaev, ben inserita nella vita locale, con i quattro figli strappati dalle classi nel pieno dell’anno scolastico, anche loro senza documenti e prima dell’udienza sul permesso umanitario. È accaduto in gennaio.

PARADIGMATICO IL CASO di Ahmad, 23 anni espulso in Afganistan il 26 aprile. Gli mancavano solo 3 mesi per finire la scuola e prendere il diploma della Htl, istituto tecnico superiore. Non hanno voluto lasciargli il tempo. Aveva già in tasca la promessa di un posto di lavoro come tecnico ambientale a Graz, con uno stipendio iniziale di 2.500 euro lorde. Invece ora si ritrova rinchiuso e nascosto in Afganistan, ci racconta Doro Blancke fondatrice del gruppo Gib mir die Hand («Dammi la mano»).«Parlo con lui al telefono ogni giorno per due tre ore per sostenerlo».

Ahmad esce solo per comprare cibo, perché rischia di essere lapidato o comunque ucciso. È stato espulso nonostante un giudice avesse dichiarato ilegittimo la sua detenzione in un centro per le espulsioni. L’arresto è avvenuto nell’ufficio del Bfa, appena Ahmad ha firmato il verbale dell’udienza sul permesso umanitario. Ancora non è uscito il verdetto dell’udienza che Ahmad attende con ansia in Afganistan.

A rischio espulsione sono anche i rifugiati occupati in lavori dove manca il personale autoctono come nella gastronomia, nell’industria metallurgica e nelle piccole imprese artigianali. 800 richiedenti asilo sotto i 25 anni seguono attualmente un apprendistato di tre anni in Alta Austria.

A 300 di loro è stato negato l’asilo in prima istanza. Rischiano l’espulsione, malgrado un forte movimento che vede schierato a loro fianco anche i padroni.