Nell’epoca in cui il disagio della civiltà neoliberale rende evidenti le discordanze dell’ultima controrivoluzione sferrata dal capitale, è scoccata l’ora della piena leggibilità del pensiero di Karl Marx. A duecento anni esatti dalla nascita, l’attualità del Moro di Treviri non consiste tanto nelle risposte talvolta fornite dall’autore nella sua opera, quanto nel complesso dei problemi filosofici e politici che egli pone e che proprio oggi conseguono un’inaudita verità storica.

Più che dichiararsi eredi di una delle tante tradizioni marxiste che hanno affollato il Novecento e che ora popolano il XXI secolo – da Lenin a Gramsci, da Althusser a Horkheimer e Adorno, da Lukács a Della Volpe fino a Hardt e Negri, solo per citare alcuni nomi noti – conviene forse scegliere a colpo sicuro Marx come nostro legittimo predecessore: Marx e noi. Con un gesto che sarebbe piaciuto al filosofo berlinese di origine ebraica Walter Benjamin, si tratta di vivere la storia nel suo sviluppo in avanti e, al contempo, di voltarsi in dietro per esercitare nel passato un diritto di prelievo, isolando alcune questioni marxiane che richiedono di essere riammesse all’ordine del giorno.

Le macchine e la nuova schiavitù salariata, il confronto con l’idealismo e con il materialismo, le lotte per l’emancipazione «dal» lavoro coatto, la costruzione di un benessere sociale alternativo a quello dell’economia di mercato, che sia anzitutto basato sul libero sviluppo cooperativo delle menti e dei corpi di ciascuno. Sono questi alcuni dei nodi irrisolti che entrano nel programma della IX edizione della Scuola estiva di «altra» formazione in filosofia Giorgio Colli di Roccella Jonica.

Dal 20 al 25 luglio si svolgeranno una ventina di iniziative tra lezioni, laboratori, inviti alla lettura e incontri serali. Le attività saranno animate da voci filosofiche, economiche e sociologiche: Remo Bodei e Roberto Finelli, Vittorio Morfino, Riccardo Bellofiore e Giuliana Commisso, Fortunato Maria Cacciatore e, per finire, Stefano Petrucciani (il programma completo è online su www.filosofiaroccella.it).

Per una settimana la cittadina jonica si confermerà meta di una moltitudine di studenti e docenti e, più in generale, di donne e uomini provenienti da ogni parte d’Italia e interessati alla filosofia come pratica di pensiero e di amicizia. La Scuola estiva, che non ha nulla di festivaliero né di accademico, è realizzata dall’associazione culturale Scholé e si basa su pratiche di autofinanziamento nonché sull’opera volontaria dei soci. Un po’ di ossigeno proviene dal sostegno economico del comune e della presidenza del consiglio regionale della Calabria, ma sono somme insufficienti a coprire l’intera spesa. La Scuola vive di mecenatismo diffuso, organizzato in una campagna che si chiama think sharing, senza accettare sponsor privati, e fa della solidarietà e della cooperazione costruite dal basso il suo contrassegno: la premessa a un sapere libero e critico.