Quarto è il primo comune campano conquistato dai 5 Stelle: 40mila abitanti alle porte di Napoli, è stato sciolto a ripetizione per infiltrazioni camorristiche, l’ultima volta nel 2013. Rosa Capuozzo, avvocato quarantenne, con quasi 10mila voti (70,79%) è il primo sindaco donna del centro flegreo. Ha battuto l’ex primo cittadino del centrodestra, Gabriele Di Criscio sostenuto da due civiche (Forza Gabriele e Insieme per Quarto). Alla vigilia del voto Marcello Taglialatela di Fratelli d’Italia aveva dichiarato: «Da parlamentare e da componente della commissione Antimafia, se fossi cittadino di Quarto non avrei dubbi nel votare Capuozzo». Una presa di distanza che è suonata come un’accusa. I 5S si sono scontrati solo con civiche e Fdi: 7 liste e 3 aspiranti sindaci sono stati esclusi dal Consiglio di Stato, su ricorso dei grillini, per irregolarità nella presentazione delle candidature.

In passato Quarto e Marano avevano un’amministrazione unica e il clan dominante era quello dei Nuvoletta, poi c’è stata la scissione amministrativa e il centro è finito sotto l’influenza dei Polverino della vicina Pianura. La commissione d’accesso ha sancito i legami tra camorra e politica locale, la commissione Antimafia ha messo sotto la lente le autorizzazioni edilizie e gli allacci abusivi. Nelle mani dei Polverino c’era persino la squadra di calcio locale: oggi è affidata alle associazioni anticamorra, che subiscono i raid vandalici comandati dal clan.

Persino gli ultimi commissari prefettizi hanno agito oltre i loro compiti affidando il servizio idrico ai privati: la Acquedotti Scpa controllata da Ottogas Srl dell’imprenditore Luca Rivelli, amico del chiacchierato parlamentare forzista Luigi Cesaro. «Quarto sarà un laboratorio di democrazia partecipata – spiega la neosindaco -, cambieremo la macchina comunale, impediremo che l’acqua finisca ai privati. Abbiamo partecipato come movimento al ricorso contro l’affidamento alla Acquedotti Scpa. Vigileremo per impedire sversamenti e roghi di rifiuti. Nessuna paura, i cittadini non sono più disposti a subire».