«Dimissioni»: la parola maggiormente scandita dal corteo di più di 10mila persone, che ha attraversato ieri Praga in occasione dell’anniversario della Rivoluzione di Velluto.

A DOVERSI DIMETTERE secondo le migliaia di manifestanti è il premier ceco Andrej Babiš colpito questa settimana da un nuovo scandalo. Secondo quanto rivelato dalla testata web, Seznamzpravy, il figlio primogenito del premier, Andrej Babiš junior, presentato come «schizofrenico», sarebbe stato trascinato in Crimea da un collaboratore russo del padre, che aveva il compito di vigilare su di lui. Come è stato confermato dal diretto interessato, Babiš junior sarebbe poi riuscito ad allertare via e-mail la polizia ceca e a scappare dalla penisola occupata dall’esercito russo. «Hanno approfittato del fatto che mio padre voleva togliermi dalla circolazione» ha confermato il figlio del premier, le cui condizioni di salute risultano incerte.

IL MOTIVO per cui Babiš junior doveva scomparire, riguarda l’affaire del resort di lusso «Nido della Cicogna». Il premier ceco assieme ai figli, alla moglie e al cognato è sotto indagine dal 2015 per una presunta truffa a danni dei fondi europei. Il gruppo Agrofert riconducibile a Babiš avrebbe fatto uscire dal perimetro aziendale il resort intestandolo in maniera fittizia ai famigliari di Babiš. In questo modo l’azienda ha potuto usufruire di una sovvenzione di due milioni di euro destinata a piccole e medie imprese pur facendo, di fatto, parte di uno dei più grandi gruppi economici della Repubblica Ceca.

Dal 2015 la polizia sta indagando sulla presunta truffa, che potrebbe, nel caso fosse provata, portare il premier e i suoi famigliari in prigione. In quasi tre anni di indagine il figlio del premier, che ha cittadinanza svizzera e vive a Ginevra, non è stato ancora sentito dalle autorità.

«Il principale obiettivo di tutto ciò è far fuori fuori Babiš», ha reagito alle notizie il premier parlando di sé in terza persona. Le accuse mosse dai giornalisti hanno un impatto sul governo ceco e soprattutto sugli alleati minori, i socialdemocratici, sempre più incerti, se restare nell’esecutivo. Dall’altra parte Babiš ha riscosso il sostegno del presidente della repubblica Zeman che ha garantito al premier il reincarico nel caso che venisse sfiduciato dalla Camera.

Per evitare fischi e contestazioni, il premier ha deposto i fiori al monumento della Rivoluzione di Velluto poco dopo la mezzanotte. Le proteste antigovernative sono, per ora, concentrate a Praga, dove i sentimenti politici sono ben diversi dal resto del Paese.

Nonostante gli scandali, il conflitto d’interesse e la presunta appartenenza alla polizia segreta comunista, Stb, Babiš può contare su una politica del governo volta alla spesa corrente e a timidi avanzamenti sociali. Una parte del paese è inoltre impaurita dagli avversari, i partiti di centrodestra, che presentano forti venature antisociali. Non è pertanto detto che i manifestanti cechi ottengano gli stessi risultati dei loro omologhi slovacchi, che a seguito dell’omicidio di Jan Kuciak, spinsero alle dimissioni l’allora premier Robert Fico.