Sotto la Torre Pendente sono diventati parlamentari tre leghisti e due democrat, basta questo dato per preconizzare un ballottaggio alle vicine elezioni comunali, con il M5S (al 23,5%) sempre pronto ad approfittare delle possibili debolezze altrui, visto il meccanismo elettorale. La destra parte dal 31% circa, e il 24,1% preso dal Pd locale fa capire perché la linea tracciata dai reggenti toscani del partito sia quella «di aprire una stagione nuova, mettendo al primo posto l’unità del centrosinistra» proprio in vista delle amministrative.

Dalla teoria alla pratica il passo può essere lunghissimo. Sulla carta se al Pd si aggiungono i voti (8,3%) raccolti da Leu (dunque da Mdp, con gli ex Pd, e da Sinistra italiana e Possibile) si arriva poco oltre il 32%. Il problema è che Leu è in via di disintegrazione: come registra il quotidiano locale Il Tirreno «le diverse anime del movimento che si è presentato con Grasso alle politiche sembrano intenzionate a percorrere strade diverse per le amministrative».

A riprova, da sinistra è già arrivata la candidatura a sindaco del consigliere comunale uscente Ciccio Auletta, che guida una coalizione (Diritti in Comune) composta da Una città in Comune, Rifondazione e Possibile. Perno, quest’ultimo, di una lista in difesa e applicazione della Carta costituzionale che sta raccogliendo molti giovani attivisti di Sinistra italiana, sempre assai critici verso la politica comunale, guidata dal Pd e appoggiata da Mdp e due liste civiche di centrosinistra, In lista per Pisa e Riformisti.

Ma i guai maggiori, per il Pd, arrivano proprio dai conflittuali rapporti interni all’attuale coalizione. In discussione ci sono i cinque anni di amministrazione del sindaco uscente Filippeschi.

Con da una parte il potenziale candidato Andrea Serfogli, assessore ai lavori pubblici forte dell’aperto sostegno delle due liste civiche e di una (buona) fetta del suo partito. Dall’altra il portavoce di Mdp, l’ex sindaco Paolo Fontanelli, che chiede discontinuità con l’attuale governo cittadino, fino a prefigurare una candidatura civica che renda possibile l’alleanza.

Effetto diretto di questo stato di cose è il ripetuto rinvio di un’assemblea comunale del Pd che dovrebbe dare l’indicazione finale sulla strada da percorrere. Assemblea di fronte alla quale Serfogli è stato comunque chiaro: «Si facciano le primarie di coalizione come da statuto del partito, e come già votato dall’assemblea comunale. Su questo vado avanti».

A meno che nell’imminente assemblea del Pd non ci sia una votazione su un altro candidato con la maggioranza qualificata dei 3/5, ipotesi ritenuta irrealistica dai più, si va dunque verso le primarie di coalizione. Non per caso, l’ex assessore della giunta Filippeschi, Dario Danti, ha già presentato la propria candidatura ai gazebo. Anche perché, da Roma, l’indicazione del Pd nazionale è stata chiara: «Un’ampia alleanza delle forze democratiche e progressiste è l’unica strada per vincere le elezioni».