A trecento passi da casa nostra mia figlia Viola, che ha 5 anni, entra nel fitto degli alberi attraverso un ponticello di legno largo quanto il mio piede.
Seguendo un sentiero che ha scoperto ed esplorato per la prima volta con sua mamma, cammina verso il suo «posto magico»: ci sono farfalle e felci, ma anche tronchi muschiosi abbattuti dal tempo e temibili ortiche.

Per questo Viola sa che anche in estate è meglio indossare i pantaloni lunghi e lo dice a quelli che ci vengono a trovare e che vuole accompagnare a conoscere il «posto magico»: alla fine del sentiero c’è un ruscello, con una cascata e sassi sui cui restare in equilibrio.

Rivedo queste immagini leggendo Brevi lezioni di meraviglia (Aboca Edizioni, 44 pp., 10 euro), un libro dedicato al nipote Roger da Rachel Carson, biologa marina, divulgatrice, scrittrice. Quando nel 1965 uscì come libro negli Stati Uniti d’America, titolo originale The Sense of Wonder, la sua autrice era morta da un anno. In questo testo di una trentina di cartelle racconta le sensazioni evocate dalle passeggiate condivise da nonna e nipote sulle spiagge e nei boschi del Maine. Durante le prime Roger era un bambino di appena un anno e mezzo, ma nonostante questo (o meglio a dispetto delle convenzioni) usciva anche durante la pioggia o quando il mare era in burrasca.

«Le nostre esplorazioni insieme si svolgono sia con il bello che con il cattivo tempo, di notte come di giorno, e si fondano sulla voglia di divertirci insieme più che sull’insegnamento» scrive Carson. Aggiunge a proposito della formidabile memoria del nipotino per i nomi delle piante e degli insetti: «Sono convinta che nessuna esercitazione sarebbe riuscita a fissare i nomi in maniera tanto salda nella sua memoria quanto una semplice passeggiata nei boschi, fatta con lo spirito di due amici in cerca di scoperte emozionanti».

Rachel Carson è considerata la madre dell’ambientalismo: nel 1962 il suo libro Primavera silenziosa rivelò al mondo intero i pericoli derivanti dall’uso dei pesticidi e dei fertilizzanti. Dobbiamo al suo long seller, che in Italia Feltrinelli ristampa ancora dopo quasi sessant’anni, alcuni importanti interventi legislativi di tutela ambientale.
Accanto e in parallelo all’inchiesta, però, la Carson seppe coltivare la meraviglia, descrivendola in questo «elogio della natura per genitori e figli», un testo che rappresenta una lettura quanto mai preziosa in questo 2020, l’anno del Covid-19 che a primavera ha reso l’ambiente naturale inaccessibile per alcuni mesi.
«

Il mondo di un bambino è fresco, nuovo e bellissimo, pieno di meraviglia ed eccitazione. È davvero uno sfortuna che per la maggior parte di noi questa visione limpida, questo istinto autentico per ciò che è bello e ispira incanto, si oscuri fino a perdersi ancor prima di raggiungere l’età adulta. Se avessi un qualche influsso sulla fata buona che veglia sul battesimo di tutti i piccoli, chiederei che il suo dono per ogni bimbo del mondo fosse un senso di meraviglia così indistruttibile da durare tutta la vita, come antidoto infallibile contro la noia e il disincanto degli anni futuri, la sterile preoccupazione per cose che sono artificiali», scrive Carson, per poi affidarci un compito unico e insostituibile: «Se vogliamo che un bambino mantenga vivo questo senso innato di meraviglia sarà necessaria la compagnia di almeno un adulto che possa condividerlo e riscoprire insieme a lui la gioia, l’eccitazione e il mistero del mondo in cui viviamo».

La proprietà intorno al cottage del Maine dove Roger e Rachel camminavano oggi è un’area protetta: il Rachel Carson National Wildlife Refuge.