Duecentocinquanta tra poliziotti, carabinieri e agenti della guardia di finanza, coordinati da questura e prefettura, hanno passato al setaccio la zona delle case popolari di Nuova Ostia, dalle parti di piazza Gasparri. È qui che si trova la palestra di Roberto Spada e dove diversi esponenti della sua famiglia abitano. Soltanto poche ore prima dell’operazione, il capo della polizia Franco Gabrielli aveva rigettato la richiesta della sindaca Virginia Raggi di impiegare l’esercito nelle strade di del municipio del litorale romano per garantire la sicurezza.

Aveva spiegato, Gabrielli, che non serviva militarizzare un territorio ma che bastava indagare meglio. Le manovre in grande stile di ieri, con tanto di elicottero, vigili del fuoco per forzare alcune porte e imbarcazioni di fronte all’arenile, paiono smentire le sue parole. Il capo della polizia ha però ribadito la sua posizione: «Le organizzazioni criminali del livello che quel territorio esprime non si combattono con la presenza di pattuglie più o meno armate sulla strada, ma con un’efficace presidio e controllo sul territorio ma soprattutto con un’efficace attività investigativa».

Tale spiegamento di forze servito a controllare 353 persone e fermare circa 250 mezzi di trasporto, ha prodotto quattro arresti per droga, condotto al ritrovamento di alcune armi e portato al sequestro di un abuso edilizio sul terrazzo di uno degli appartamenti degli Spada. Il capo della polizia mette le mani avanti: «Non è stata un’operazione spot. Si tratta una modalità con cui segneremo nei giorni a venire quel territorio». Dalla prefettura confermano: «I risultati conseguiti quest’oggi costituiscono un primo rafforzamento di un’azione di contrasto all’illegalità che proseguirà incisivamente anche nei prossimi giorni». Raggi ringrazia con un tweet: «Bene la maxi-operazione a Ostia – dice la sindaca – Grazie a polizia di stato, carabinieri, guardia di finanza e Viminale. Tutti in prima linea contro la criminalità: le istituzioni sono presenti».

IL BLITZ DI IERI fa seguito all’escalation di episodi criminali che hanno messo Ostia al centro delle attenzioni di mass media e inquirenti. Roberto Spada è stato arrestato e portato al carcere di massima sicurezza di Tolmezzo dopo avere aggredito una troupe Rai, lo scorso 7 novembre. Poi la doppia gambizzazione che ha colpito un nipote di Carmine Fasciani. E infine altri episodi che paiono contro gli Spada, tra di essi alcuni colpi di pistola sparati nella notte sabato scorso contro uno dei membri della famiglia. Con buona parte degli esponenti del clan dei Fasciani in carcere, pareva che gli Spada, che per i Fasciani svolgerebbero alcune attività di manovalanza, avrebbero avuto più spazio.

Adesso sono finiti loro sotto l’occhio del ciclone, il che avrebbe generato un vuoto di potere e fatto saltare gli equilibri criminali e riaperto la strada degli scontri. C’è un terzo gruppo che cerca di approfittare del momento per provare a prendere il controllo del malaffare? Per l’ex procuratore nazionale antimafia Franco Roberti lo scenario sarebbe più o meno il seguente: «A Ostia ci sono gruppi mafiosi stanziali che coesistono in una situazione di precario equilibrio, una sorta di ‘pax mafiosa’ – spiega Roberti – Ciò accade fino a quando, come si sta registrando in questo momento, non si rompe questo equilibrio e allora cominciano a sparare». La situazione in effetti pare molto fluida, frutto delle diverse difficoltà che affliggono i diversi gruppi. All’inizio di ottobre, proprio il clan degli Spada era stato colpito da condanne che riconoscevano l’aggravante dell’associazione mafiosa.

NEGLI STESSI GIORNI, alcuni colpi di pistola erano stati sparati contro alcune saracinesche della zona considerata sotto la loro giurisdizione: il tutto è accaduto a via Forni, a duecento metri da piazza Gasparri e dalla palestra gestita da Roberto Spada. Dietro quelle serrande di metallo, vivrebbero alcuni cittadini sudamericani che in passato lavoravano per conto degli Spada. A chi avevano pestato i piedi? E gli agguati degli ultimi giorni sono legati a quell’evento, che avrebbe segnato l’ingresso di un altro soggetto che aspira a conquistare l’egemonia nell’agone criminale di Ostia? È quello che si stanno chiedendo gli inquirenti in questi giorni.