Documento di identità, certificato elettorale e un euro: dalle 8 alle 21 urne aperte oggi a Napoli per le primarie che sceglieranno il candidato di centrosinistra alle prossime comunali. Un’app, commissionata dalla segreteria provinciale, avrà il compito di impedire che si voti in più di un seggio, dei 78 allestiti. In serata si saprà il vincitore tra l’ex governatore Antonio Bassolino, la parlamentare della corrente dem Rifare l’Italia Valeria Valente, il segretario dei Giovani democratici Marco Sarracino e l’oncologo sostenuto dal Psi Antonio Marfella. Dopo l’annullamento delle primarie 2011, la soglia di attenzione è alta. Ieri Valente ha fatto suonare un campanello d’allarme: «La vera sfida è costruire un voto popolare, sereno e libero. Al fine di evitare un eventuale uso improprio delle ricevute che si è previsto di rilasciare agli elettori, invitiamo il comitato organizzatore delle primarie a valutare l’opportunità di non rilasciare alcuna ricevuta». Il timore, evidentemente, è che ci possa essere una compravendita di voti.
Le ultime ore di campagna elettorale sono trascorse tra conferenze stampa, appuntamenti con i simpatizzanti e gli strascichi della polemica sulla mancata partecipazione di Bassolino al confronto tra candidati, mentre il governatore Vincenzo De Luca portava a casa l’assegnazione a Napoli delle Universiadi 2019. «Buone Primarie ai cittadini di Roma, Napoli, Trieste (e non solo)»: Matteo Renzi se l’è cavata con un augurio generale, anche questa volta si è tenuto lontano da Napoli, dove non è più tornato dal 14 agosto del 2014, nonostante i numerosi annunci a vuoto. I candidati dem tuttavia lo hanno invocato spesso.
«Napoli ha bisogno di tornare al centro del dibattito nazionale e io più di altri candidati posso lavorare in sinergia con il governo» ha ripetuto Valente. Per sostenerla è venuto due volte in città il ministro Andrea Orlando, della sua stessa corrente; ieri mattina la senatrice campana Angelica Saggese, il consigliere regionale Mario Casillo e il parlamentare Ernesto Carbone, responsabile «Made in Italy» della segreteria del Pd nazionale; nel pomeriggio gli eurodeputati Gianni Pittella e Andrea Cozzolino. Le settimane prima i sottosegretari all’Ambiente, alla Salute e alla Cultura. Insomma l’accordo siglato in extremis a Roma tra Renzi e Matteo Orfini, che ha portato alla candidatura Valente, ha retto anche a Napoli.

Bassolino prosegue la corsa. L’appoggio del governo alla sua ex allieva lo ha molto infastidito. Ieri mattina era al teatro Bolivar ed è tornato a polemizzare con il partito: «Napoli deve essere rispettata da tutti, anche dal Pd. Il candidato sindaco non si decide a Roma ma qui. Per questo chiedo un voto di dignità e libertà. Quello che avverrà domani (oggi, ndr) non è un congresso di partito. A me non interessano le polemiche perché la città di Napoli è nella mia testa e nel mio cuore». L’ex governatore è convito di essere l’unico in grado di arrivare al ballottaggio: «Mi sono candidato per Napoli e per questo mi rivolgo a tutta la città. E se io riuscirò a farcela, con me vince Napoli, non solo una corrente di partito e neanche un solo partito». Venerdì sera aveva liquidato la sua assenza dal dibattito con i competitor come una conseguenza della «mancanza di stile» del Pd provinciale, che non l’aveva interpellato per organizzare la discussione. «Data e ora del confronto – ha replicato Valente ieri – non sono stati concordati neanche con me, io semplicemente ho cancellato i miei impegni per esserci».
Il più giovane della compagnia, Sarracino, ieri è rimasto a fare squadra con il suo team di Gd. Stamattina voterà alla Casa del Popolo di Scampia, dove vive. «Sono stato il primo a settembre, alla festa dell’Unità, a dire che ci volevano le primarie – ha precisato – e poi abbiamo organizzato il dibattito ’Chi ha paura delle primarie?’. Nessuno ci può fare la lezione sul tema. Negli anni passati, quando le sezioni chiudevano, i Gd sono stati gli unici a Napoli a tenere vivo il partito sul territorio e a sinistra. Oggi proviamo a riconnettere i dem con la città».