Napoli, 1999, una città in grande fermento. All’abituale vivacità sembra essersi aggiunta finalmente una speranza per il futuro. E lì, in quel momento, Agostino Ferrente e Giovanni Piperno stanno realizzando Lettera a mia madre, un documentario per Raitre. Magnifiche figure materne, osservate attraverso i figli. Enzo della Volpe e Fabio Rippa sono i due dodicenni maschi, Adele Serra e Silvana Sorbetti le ragazzine appena più grandi. Si parla, si balla, si sogna, si spera. La loro realtà non è il massimo, ma sono talmente giovani che vivono più di futuro che di presente. Enzo è cicciottello, rimpiange di essersi inurbato...
Visioni
A Napoli la realtà amara uccide il futuro dei giovani
Al cinema. Le cose belle di Agostino Ferrente e Giovanni Piperno, uno sguardo sulle quattro vite dall'adolescenza all'età adulta