Uno dei protagonisti l’ha definita una «rimpatriata». E così è stato per un gruppo di ex militanti del Msi di Napoli, oggi in Fratelli d’Italia, che a fine anno si sono ritrovati per un brindisi nell’anniversario della fondazione del partito di Almirante.
Un brindisi condito da una raffica di saluti romani, con tanto di foto ricordo, in pieno centro, a pochi passi da via Toledo. Non erano giovanotti dalle teste rasate, ma dirigenti di Fdi. Tra questi Luigi Rispoli, già consigliere provinciale e candidato alle ultime comunali, membro della direzione nazionale, e Alfredo Catapano, anche lui in corsa per il Comune lo scorso ottobre. C’era anche Pietro Diodato, ex consigliere regionale, protagonista nei mesi scorsi di una lite finita a testate con un collega di partito, Marco Nonno, per le liste delle elezioni napoletane.

Un episodio dei tanti che negli ultimi mesi segnano le gesta dei Fratelli d’Italia in tutta la penisola. Pochi giorni fa un consigliere di Fdi a Ventimiglia, Ino Isnardi, aveva fatto il saluto romano nell’aula comunale, salvo poi giustificarsi dicendo «volevo solo chiedere la parola». Un gesto che ha fatto insorgere il Pd locale che si è rivolto al prefetto.

Anche Rispoli da Napoli prova a giustificarsi parlando con Fanpage: «Quel saluto romano non aveva un significato politico e quella non era una manifestazione pubblica, e neppure un raduno di nazifascisti». Perché allora quel saluto? «È un nostro segno distintivo di comunità. Siamo accomunati dalla nostalgia personale, non da quella politica. Nella politica guardiamo al futuro. Credo nella nuova destra e nel lavoro che sta facendo Giorgia Meloni».

L’Anpi di Napoli condanna «il detestabile gesto» dei militanti di Fdi. Il gesto dei «nostalgici, riuniti per celebrare l’anniversario della fondazione del MSI – dice l’Anpi – costituisce offesa grave per la città Medaglia d’oro delle Quattro Giornate ed alla memoria di quanti hanno combattuto per donare la libertà a tutti, estirpando il seme della violenza, del razzismo e dell’antisemitismo». L’Anpi «invita il prefetto, il sindaco e gli esponenti di tutte le forze democratiche ed antifasciste della città ad elevare una nota comune di biasimo e ad esperire tutte le procedure per individuare e denunciare chi si è reso colpevole di un reato tanto grave in un momento -per di più- in cui il Paese necessita di unità, di recupero di valori e di difesa della Costituzione».

La Lega di Napoli prende le distanze dagli alleati: «È inaccettabile qualsiasi nostalgia fascista, ancor di più per chi ha ambizioni di governo. L’errore di pochi rischia di danneggiare tutto il centrodestra, a Napoli e a livello nazionale», dicono il segretario regionale Valentino Grant e il consigliere Severino Nappi, coordinatore cittadino del partito di Salvini.

Chissà se questo florilegio di episodi non induca i vertici delle istituzioni italiane a segnalare, come ha fatto il neocancelliere tedesco Scholz nel suo discorso di insediamento, «l’estremismo di destra come grave minaccia per la democrazia».