La Mosca che si era mobilitata contro la persecuzione del giornalista Ivan Golunov questa primavera e le “elezioni truccate” del consiglio comunale quest’estate, è in festa. Kirill Sebrennikov regista teatrale e cinematografico dichiaratamente gay e anticonformista, inviso al regime, è stato di fatto prosciolto dalle accuse a suo carico. Il 22 agosto 2017 Serebrennikov era stato arrestato con l’accusa di aver gestito un piano di frode del sussidio assegnato al Settimo Studio, la sua società di produzione, dal governo russo dal 2011 al 2014. Già allora in tanti non credettero alle accuse, che avrebbero potuto costare al cineasta fino a 10 anni di reclusione, e si convinsero della tesi della montatura.

LA MOBILITAZIONE POPOLARE sui social e in piazza nella capitale era allora scattata immediatamente e condusse alla concessione degli arresti domiciliari per il regista. Anche molti filmmaker europei si mobilitarono al suo fianco quando gli fu impedito di partecipare alla presentazione in alcuni festival europei del suo film Estate uscito nel 2018 e la comunità Lgbt mondiale.

Ieri con una decisione senza precedenti nella storia della giustizia russa il giudice di Mosca Irina Akkuratova ha rinviato alla procura il procedimento penale sul Settimo Studio. «La presente causa non può essere considerata da un tribunale», ha dichiarato Akkuratova, archiviando il dibattimento in corso. Il giudice della capitale ha anche deciso di annullare le misure preventive imposte all’imputato che potrà perfino recarsi all’estero.

IL PROCESSO A SEREBRENNIKOV si trascinava ormai da mesi senza voler approssimarsi alla sua conclusione tra contraddizioni dell’accusa e testimonianze poco credibili, un andamento che stava mettendo in serio imbarazzo il governo e la magistratura. Nell’udienza del 16 agosto scorso una perizia aveva dimostrato che i progetti del Settimo Studio erano costati 260 milioni di rubli contro i 300 preventivati mentre il finanziamento statale era stato limitato a 216 milioni.

«Si tratta di un successo del vento di cambiamento che sta soffiando da mesi a Mosca e in tutta la Russia» ha dichiarato Lyubov Sobol, una delle leader del movimento giovanile per le libertà democratiche e contro la repressione, dopo aver appreso la notizia. «Ora però bisogna andare avanti giungendo a chiudere i procedimenti contro chi si sta mobilitando da mesi» ha concluso Sobol.