Ieri si sono sfidati a distanza, oggi potrebbero incontrarsi e provare a discutere di un eventuale piano di pace per l’Ucraina. Putin e Poroshenko, dovrebbero infatti procedere ad un incontro bilaterale, all’interno del meeting di oggi a Minsk. Si tratta del vertice dell’Unione doganale tra Russia, Bielorussia e Kazakhstan, cui parteciperà anche il presidente ucraino.

Attesi agli incontri anche l’Alto rappresentante per la politica estera della Ue, Catherine Ashton, e i commissari all’Energia e al Commercio, Guenther Oettinger e Karel De Gucht.

L’importanza di questo potenziale vertice (ieri il Cremlino ha oscillato ora negando, ora confermando l’incontro) è riconosciuto da tutti. Non solo Europa e Stati uniti; basti pensare che in un’intervista di ieri sul Corriere della Sera, il governatore della Banca giapponese Haruhiko Kuroda, ha specificato di essere preoccupato più dalla crisi geopolitica ucraina, che non da quella economica mondiale.
Non è un caso che Giappone e Russia, nelle settimane scorse, abbiano ingaggiato uno scontro sui visti a personale amministrativo e a businessmen, come rivolo diplomatico dopo le sanzioni contro Mosca e le contromisure di Putin.

Tokyo, inoltre, ha percepito sulla propria pelle la debolezza americana, il suo calare, forse, a livello di potenza mondiale ed è ovviamente proccupata che un asse Mosca-Pechino possa sconvolgere i già fragili equilibri asiatici. Una crisi con conseguenze mondiali, dunque, cui porre rimedio ormai sembra parecchio difficile. Anche perché ieri due notizie hanno presumibilmente irritato Mosca, non regalando un buon viatico al meeting di Minsk. La Russia infatti, non sarebbe stata invitata al vertice dei capi di Stato e di governo della Nato in programma in Galles il 4 e 5 settembre prossimi.

Lo ha scritto il giornale russo Kommersant, citando fonti diplomatiche, secondo cui, «date le attuali circostanze, Mosca non conta» su un invito al summit. Secondo le stesse fonti, la partecipazione russa viene considerata «irragionevole». Nei mesi scorsi, a causa della crisi ucraina, la Russia era già stata sospesa dal G8, mentre l’Australia, presidente di turno, sta considerando l’ipotesi di non invitarla al summit del G20 in programma a novembre.

Da Kiev è poi arrivata la dichiarazione di Turchynov, l’ex presidente del Paese, secondo il quale l’Ucraina non solo doveva associarsi all’Unione europea, come ha già fatto, ma dovrà anche prendere in seria considerazione l’ipotesi di ingresso nella Nato. Per quanto riguardo la possibilità che a Minsk si apra una breccia e si assista ad un nuovo passo in direzione della pace, ieri il ministro degli esteri russo Lavrov, ha specificato che Mosca è pronta a collaborare.

La Russia, secondo quanto ha sottolineato Lavrov, innanzitutto, starebbe cercando un modo per armonizzare le relazioni ucraine con l’Unione doganale, con l’area di libero commercio della Comunità degli Stati indipendenti (Csi), e con l’Unione europea.

Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha poi dichiarato che il Cremlino non esclude la possibilità di un incontro bilaterale tra Putin e Poroshenko a Minsk. «Ci aspettiamo un dialogo onesto per risolvere la crisi ucraina e le questioni umanitarie», ha detto infine Peskov.