Quando sono partiti, nel 2004, andava sfiorendo la stagione dell’altermondialismo e la «seconda superpotenza mondiale», quella pacifista secondo una celebre definizione del New York Times, era all’acme. Oggi che la crisi economica pare aver travolto il liberismo e pure i suoi anticorpi, e che le guerre bussano alle porte di casa, Fa’ la cosa giusta, nata da un progetto del giornale di strada Terre di mezzo, è ancora al suo posto e mostra come, in realtà, l’idea di un mondo diverso, ecologicamente e socialmente sostenibile, abbia continuato a covare sotto traccia, lontano dai riflettori. Per dire quanto il movimento sia cresciuto, basta dare qualche numero: quindici anni fa, alla più grande fiera europea del consumo critico gli espositori erano un centinaio, oggi sono settecento, dislocati su 32 mila metri quadri e ordinati in dieci sezioni tematiche e diciassette spazi speciali. Con i suoi 450 appuntamenti collaterali tra laboratori, incontri e iniziative di vario genere, si spazia dalle alternative su cosa mangiare per stare bene e risparmiare al turismo consapevole, fino alla moda critica e alle nuove frontiere della cosmesi biologica. Perfino il giorno delle nozze può diventare «ecowedding».

Nessun riferimento diretto alla politica, nella Milano post-Pisapia e all’indomani del cataclisma elettorale che ha travolto qualsiasi tipo di sinistra. Piuttosto, nel tempo la fiera si è istituzionalizzata e oggi la regione maroniana va a braccetto tra gli stand con l’amministrazione cittadina guidata dal sindaco dell’Expo Beppe Sala. Ma è evidente che si guarda con attenzione alla nuova stagione post-elettorale. La novità principale di quest’anno riguarda la scuola che cambia, con un salone rivolto a studenti, famiglie, docenti, personale scolastico. Si chiama Sfide ed è un acronimo che sta per Scuola, Formazione, Inclusione, Didattica ed Educazione. Chi si attrezza a succedere alla ministra Valeria Fedeli dovrebbe venire qui a prendere appunti.
Per la prima volta, partecipano anche gli animalisti della Lav con la campagna «Gli animali non sono un lusso», per un fisco che tenga conto della loro presenza nelle famiglie. L’area tematica Territori resistenti ospiterà invece piccole realtà agricole o artigianali che si trovano in territori marginali o abbandonati. Uno spazio particolare sarà riservato alla cooperativa Iris di Casteldidone, che nasce da lontano, dal movimento degli anni Settanta, ed è riuscita a creare un modello di autogestione mutualistica da studiare: si sono inventati azioni garantite da loro, senza passare attraverso l’intermediazione bancaria e con tanto di dividendo annuale, e con il ricavato hanno costruito un pastificio nuovo di zecca in bioedilizia. I loro prodotti non vanno nei supermercati ma nei gruppi d’acquisto e all’estero e per questo l’Iris, con i suoi duemila ettari di terreni coltivati a grano duro e tenero, grano saraceno, senatore Cappelli, mais, farro e legumi in 12 regioni da nord a sud d’Italia, 50 mila quintali di cereali prodotti e 210 mila quintali di pasta diffusi ogni anno in una ventina di paesi, quasi diciotto milioni, è considerata un esempio di successo. Oggi impiega sessanta lavoratori, tra stabili e stagionali, ha trecento agricoltori associati e il suo modello è studiato pure in Giappone.

In materia di gusto, la rete di Borghi Autentici d’Italia porterà le Comunità del cibo buono e autentico, una vetrina dei protagonisti del mondo del cibo nelle piccole realtà locali di valore: le Amministrazioni comunali, le pro loco e le associazioni di promozione economica e sociale dei Borghi, gli operatori della ristorazione, le aziende di produzione tipica agroalimentare e dei vini del territorio. Ci saranno, inoltre, minicorsi tenuti da sei chef per scoprire e imparare i segreti della cucina vegana, nonché laboratori per imparare a realizzare di tutto: dai cosmetici naturali ai quaderni con tecniche artigianali e riutilizzando materiale destinato a essere buttato. Infine, non poteva mancare lo sport. Nella fiera verrà allestito un campo di calcio, che diventerà anche uno spazio incontri nel quale si alterneranno atleti, allenatori, giocatori che credono in uno sport diverso, dal baskin al sitting volley, passando per l’hockey in carrozzina e il calcio integrato, fino allo sport femminile e ai tornei che coinvolgono richiedenti asilo e detenuti. Il Centro sportivo italiano (Csi) di Milano, in collaborazione con il delegato del Comitato Italiano Paralimpico di Varese e con realtà territoriali lombarde, organizzerà alcune esibizioni di sport paralimpici: wheelchair hokey, parabadminton, baskin, sitting volley, karate integrato, calcio integrato.

«Il cambiamento è solo all’inizio, ma se sapremo andare alla radice delle nostre scelte di produzione e consumo e dei nostri desideri, sarà una rivoluzione», ha detto nella conferenza stampa di presentazione Miriam Giovenzana, direttore editoriale di Terre di mezzo e responsabile dell’organizzazione della fiera.