Giovedì scorso il comune di Madrid, amministrato da una lista civica di Podemos con l’appoggio esterno del Psoe, ha dato luce verde alla ristrutturazione del Santiago Bernabeu, il mitico stadio del Real Madrid. Secondo i piani del club campione d’Europa e del mondo, i lavori inizieranno questa estate e termineranno nel 2020, svolgendosi sempre al di fuori della stagione calcistica.

Il preventivo dei lavori supera i 400 milioni di euro, reperiti in parte con l’intervento del fondo di Abu Dhabi che già controlla il Manchester City. Previsti un hotel di lusso con vista sul campo e sul Paseo de la Castellana, un centro commerciale, l’ampliamento del museo del Real e un miglioramento complessivo della struttura, a partire da un avveniristico «tetto retrattile» e la copertura wifi di tutte le tribune.

Questo progetto sostituisce il precedente, ben maggiore, presentato nel 2012 e bocciato dal tribunale superiore di Madrid un anno fa.

In tutto si tratta di interventi su 90mila metri quadri, di cui 37mila di spazi pubblici, rinnovati a carico del club. L’altezza complessiva dello stadio si eleverà di almeno 12 metri, mentre un parcheggio e un centro commerciale limitrofo saranno demoliti e trasformati in giardini.

La cubatura complessiva, secondo il comune, deve rimanere sostanzialmente invariata, mentre resta da definire il potenziamento del trasporto pubblico previsto nel progetto. Lo stadio – peraltro – è già servito da una linea di metropolitana distante pochi metri.

L’impianto oggi è in grado di accogliere 81.044 pettatori. Il via libera definitivo – dopo le ultime trattative tra club e città – è previsto per aprile.

Secondo il presidente del Real Madrid Florentino Perez, dopo i lavori i ricavi relativi allo stadio aumenteranno del 30% annuo, portando il club spagnolo ad avere «il miglior stadio del mondo».