La paga minima sindacale per i lavoratori di Los Angeles sta per aumentare del 55%. In cinque anni passerà dagli attuali 9 dollari l’ora a 15 nel 2020. La decisione è stata presa questa settimana dal consiglio cittadino con un voto di 14-1. Si tratta dell’ultima di una serie di iniziative in città come Chicago, Seattle e San Francisco che hanno adottato ordinanze analoghe in America dove i minimi salariali sono giurisdizione locale (il governo federale richiede solo che siano di almeno 7,25 dollari).

Los Angeles, la seconda città d’America, è la maggiore ad oggi a unirsi al movimento per l’aumento dei minimi. Come milioni di altri in America (e altri milioni in tutto il mondo) i lavoratori hanno pagato la crisi con il ridimensionamento sensible dei guadagni reali finendo per ingrossare le fila del precariato, della sottoccupazione e della occupazione piena – magari col doppio lavoro – faticando comunque a superare la soglia della povertà.

Non è certo un fenomeno esclusivamente americano, come dimostra il rapporto sulla sicurezza occupazionale pubblicato proprio questa settimana dalla International Labour Organization, che conferma che solo un quarto dei lavoratori mondiali dispongono di un impiego fisso. L’agenzia dell’Onu rileva che il rimanente 75% della forza lavoro dipende da contratti a termine, part time e lavoro occasionale – una tendenza in forte aumento fra il 2009-2013.

A questa, negli anni seguiti alla crisi degli illeciti finanziari del 2008, si è accompagnata una proporzionale esplosione nel tasso di disuguaglianza, fotografato proprio dal rapporto dell’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo. L’Oecd nota che negli stati membri il 10% più abbiente guadagna in media 9,6 volte del 10% più disagiato. Negli Stati uniti il dato è 19 volte più alto (gli altri leader nella disparità sociale sono Cile, Messico e in Europa l’Inghilterra). A fronte di questa sporca verità nascosta dietro i trionfali annunci di ripresa, è emerso il movimento per l’aumento dei salari minimi che ha adottato l’obbiettivo simbolico dei 15 dollari orari. È la rivendicazione – ad esempio – del crescente movimento per la sindacalizzazione dei fast food. Giovedì ci sono state nuove dimostrazioni (e oltre 100 arresti) al quartier generale di McDonalds in Illinois, il colosso transnazionale degli hamburger che in America paga 8,25 dollari l’ora. Analoghe vertenze sindacali sono in corso col gigante della distribuzione low cost Wal Mart. Il movimento è una risposta organica alle politiche che sin dall’inizio hanno continuato a favorire le grandi istituzioni, banche e finanza su tutti.

In questo quadro l’iniziativa di Los Angeles è una importante vittoria per un rinascente movimento sindacale che l’anno scorso aveva spinto per un aumento analogo a vantaggio deii dipendenti alberghieri. Quella proposta non era passata, ma l’attuale ordinanza segna un risultato importante per le union che partendo dalle città mirano ad imporre a livello nazionale il problema della rampante disparità. Lo stesso presidente Obama ha esortato le amministrazioni locali farsi carico della lotta e «superare a sinistra» le legislature statali e federali su questo tema. La decisone è un grande passo in questa direzione e una risposta forte all’ortodossia economica istituzionale che considera inevitabile lo scivolamento in basso dei lavoratori.

L’ordinanza inoltre contribuirà ad imporre il dibattito a livello nazionale. La questione disparità ad esempio diverrà ora inevitabilmente parte del piattaforma elettorale del partito democratico in vista della prossima campagna presidenziale – perfino molti pretendenti alle primarie repubblicani hanno preso ad inserire il termine nei loro comizi. La manovra intanto è destinata intanto ad avere un forte impatto positivo vite di centinaia di migliaia di lavoratori – almeno 800.000 – e le loro famiglie che a Los Angeles portano a casa meno di 2.000 dollari al mese, in una città dove l’affitto mensile medio per un bilocale si attesta ormai attorno ai 1.800.

Misure analoghe sono attualmente all’esame di altre grandi città come Washington e New York