Dopo aver sacrificato il previsto inceneritore fiorentino, con robuste penali da pagare a carico della collettività, sull’altare del nuovo aeroporto intercontinentale di Peretola, si affaccia all’orizzonte il progetto di un grande gassificatore da realizzare all’interno della raffineria di Stagno, nel comune di Collesalvetti alle porte di Livorno. Alla infelice uscita del candidato governatore Pd-Iv Eugenio Giani (“se vedo che a Livorno l’Eni promette ma poi non si attiva, noi un termovalorizzatore lo andremo a fare a priori”), si è aggiunta la bocciatura in Consiglio regionale della mozione di Toscana a Sinistra che chiedeva di annullare il protocollo d’intesa fra Regione, Eni e Alia per il gassificatore.
In risposta, questo pomeriggio (ore 17 davanti alla raffineria) ci sarà una manifestazione con il Comitato Rifiuti Zero, i Fridays For Future di Livorno e Pisa, e altri trenta comitati e associazioni di tutta la Toscana, comprese le Mamme no Inceneritore di Firenze, per ribadire un deciso no al progetto. “Si cerca di scaricare sulle spalle di Livorno i problemi irrisolti dell’area fiorentina – osserva sul punto Tommaso Fattori – realizzando un gassificatore per il trattamento di circa 200.000 tonnellate l’anno di due principali tipologie di rifiuti, il plasmix e il Css, rifiuti plastici non riciclabili e rifiuti indifferenziati, con l’obiettivo di produrre carburante a base di metanolo”.
Luigi Ferreri Caputi, Fridays For Future Livorno, e Livia Tolve, Fridays For Future Pisa, anticipano: “Manifestiamo per denunciare la ricaduta su un intero territorio di una politica energetica e di gestione dei rifiuti miope e devastatrice. Stagno sopporta già la presenza di un impianto che produce ogni anno 5.2 mega tonnellate di idrocarburi, con emissioni maleodoranti, cancerogene e climalteranti. Il territorio non è in grado di sopportare un grammo di inquinamento in più. Invece si va avanti con progetti come questo, che sono un incentivo a produrre sempre più rifiuti, e una barriera allo sviluppo delle buone pratiche in grado di avviare processi reali di vera economia circolare”.
La presenza di comitati e movimenti di tutta la Toscana evidenzia un dato di fatto: “La richiesta non è quella di risparmiare Stagno spostando l’impianto altrove, ma quella di un cambio di rotta nella gestione dei rifiuti di una regione dove la raccolta differenziata continua ad essere spesso inferiore alla media nazionale”. E dove, osservano le Mamme no Inceneritore, gli impianti di incenerimento dei rifiuti sono ancora quattro (su una popolazione di poco più di 3,5 milioni di abitanti), mentre all’inizio del secolo ne erano previsti addirittura nove. “L’unica via percorribile – concludono i manifestanti – è quella della strategia “rifiuti zero”, con la progressiva diminuzione di imballaggi non riciclabili, come del resto ci sta chiedendo di fare l’Unione europea, e poi favorendo il recupero di materia dai rifiuti attraverso le ‘fabbriche dei materiali’ e i trattamenti a freddo”.