Da diversi giorni dibattiti, cortei, mostre e concerti stanno facendo da cornice a questi giorni genovesi a vent’anni dal G8. Tra Palazzo Ducale, il porto, piazza Matteotti, lo spazio Music for peace e le strade del capoluogo ligure si stanno alternando molteplici iniziative.

DOMENICA PER IL CENTRO cittadino ha camminato, da Piazza Alimonda a piazza De Ferrari, la «marcia zapatista» tappa del «Viaje por la vida», il tour che dal Chiapas sta girando tutta Europa. All’arrivo davanti a Palazzo Ducale c’è stato un lancio simbolico di un aeroplanino di carta gigante a ricordare quelli che furono recapitati dagli zapatisti a Genova nel 2001, allora con l’intento di farli volare nella «zona rossa».

Ieri mattina il dibattito organizzato su scuola, società e salute all’autorità portuale mentre il pomeriggio l’attesa assemblea del comitato «Genova 2021 voi la malattia non la cura». Nella tensostruttura allestita in Piazza Matteotti si sono alternati oltre 60 interventi di reti, associazioni e movimenti. Ad ascoltarli per oltre 5 ore sotto il sole cocente, oltre 300. Buona parte dei contributi si è incentrato su una tesi, condivisa: «a Genova i movimenti avevano ragione e in questi 20, lunghi anni, il dispiegamento delle teorie neoliberiste, dalla guerra fino alla gestione della pandemia, hanno dimostrato la fondatezza delle nostre analisi».

UNA TESI IN PARTE autoassolutoria soprattutto per la risacca che, negli ultimi 15 anni, ha colpito i diversi movimenti del nostro paese e che, in moltissimi interventi, vorrebbe essere superata da quella che è stata definita la «ripartenza» per un movimento che fatica ancora a vedere la luce. L’appuntamento lanciato ieri a Genova è per il 30 ottobre, a una settimana da un’altra piazza lanciata dal sindacalismo di base. Entrambe le piazze saranno contro le politiche del governo Draghi, vero collante dell’assemblea genovese di ieri, considerato a partire dal piano nazionale di ripresa e resilienza la pietra angolare delle nuove politiche neoliberiste. Molto applaudito il saluto dell’esponente di Syriza, Yiannis Bournous, deputato greco eletto nell’isola di Lesbo, nota in tutta Europa per essere il porto di arrivo dei migranti dalle coste turche e provenienti dal medioriente, in particolare dalla Siria.

Dopo l’arrivo della Troika nel 2010 sotto il governo socialista di Papandreu e la vittoria nel 2015 di un «ragazzo della generazione di Genova», Alexis Tsipras, «il nuovo corso del governo di centro destra di Kyriakos Mitsotakis» ci dice il parlamentare della sinistra greca «è arrivato al potere con una campagna contro Syriza basata su tre elementi: il nazionalismo a partire dall’opposizione all’accordo con la nord Macedonia, la gestione dei rifugiati usando la stessa retorica dell’estrema destra di Alba Dorata e dal falso racconto che Tsipras stava mettendo troppe tasse ma il vero elemento», continua Bournuos, «è stata la sistematica costruzione di fake news in questi due anni: da una parte con il controllo della stampa mainstream e, dall’altra, con la gestione della pandemia attraverso la quale il governo sta facendo passare le politiche neoliberiste peggiori, ciò che faceva la troika, senza la troika. Per esempio, visto che siamo vent’anni dal G8,il governo ha creato un corpo di polizia speciale che contro la nostra Costituzione può entrare nelle università approfittando della loro chiusura e quindi di un movimento universitario di protesta . Una situazione, difatti distopica, che prepara a quello che succederà dopo, con un restringimento degli spazi del dissenso e la possibilità quindi di dispiegare una efficace opposizione politica e sociale».

PROPRIO L’OPPOSIZIONE al governo draghi e la necessità di una alternativa all’attuale situazione è il filo rosso che ha unito tutti gli interventi di piazza Matteotti per un cambiamento radicale: dal tema cogente della sanità all’ambiente, dai diritti dei e delle migranti alle lotte operaie che sono state raccontate e riprese dopo la fine del blocco dei licenziamenti.

L’appuntamento per tutti e tutte, richiamato dall’intervento all’assemblea di Haidi Giuliani, è per oggi in Piazza Alimonda alle 14,30. Sono attesi pullman e arrivi da molte parti d’Italia per questo ventennale che non vuole solo essere l’affermazione di una memoria comune ma anche la rivendicazione di una storia collettiva.