Stallo a Roma, sommovimenti a Genova. Si può riassumere così la situazione all’indomani del diktat di Beppe Grillo che ha annullato le primarie online per la scelta del candidato sindaco del capoluogo ligure, imponendo di fatto la scelta del secondo arrivato, il musicista Luca Pirondini. Marika Cassimatis, la grillina che era stata scelta dagli iscritti genovesi e che è stata messa alla porta con l’accusa (vaga e senza possibilità di appello) di essere connivente ai dissidenti che nei mesi scorsi hanno abbandonato il Movimento 5 Stelle, ha smentito che per il momento ricorrerà alle vie legali per far valere i suoi diritti e ha annunciato di essere in attesa di elementi concreti da parte dei vertici pentastellati. Meno conciliante appare il suo comportamento sui social, visto che ha usato la sua pagina Facebook come cassa di risonanza delle numerose defezioni dal M5S genovese in polemica con la decisione di Grillo.

CASSIMATIS PUBBLICA il comunicato del Meetup «Valle Stura a 5 Stelle» che annuncia «un arrabbiatissimo addio» al Movimento. E rivela che «il Municipio della Valpolcevera ha perso tre consiglieri su quattro». Si tratta di un luogo importante e significativo, culla e mito fondativo del grillismo genovese: è in questa valle che sono nate le lotte contro il terzo valico e la Gronda, sorta di raddoppio autostradale lungo 30 chilometri per la gran parte costituito da gallerie. Nella lotta contro queste grandi opere si è forgiato una parte fondamentale del primo nucleo di grillini genovesi, di cui fanno parte sia la candidata oggi esclusa che Paolo Putti, il capofila dei dissidenti che ha costituito la lista «Effetto Genova», collegata al sindaco di Parma Federico Pizzarotti e alla sua idea di confederazione nazionale di liste civiche (attenzione: ieri Cassimatis ha usato l’hashtag #EffettoDomino per dare conto del dissenso genovese contro Grillo).

LA NUOVA LISTA ha tutto da guadagnare: ha un avversario in meno e potrebbe incamerare gran parte dei voti in libera uscita dal Movimento, coi partiti in preda all’indecisione sui candidati da presentare e Doria intenzionato a non rimettersi in gioco. La frattura di questi giorni è il divorzio tra le anime del M5S genovese, quella delle origini e quella di nuova generazione, considerata dai detrattori «più attenta al consenso che ai contenuti».

NON ACCADE LO STESSO tra i parlamentari. A poche ore dalla rottura, si parlava di una posizione (piuttosto clamorosa) di imbarazzo e dissenso da parte di Alessandro Di Battista. Ma il deputato e frontman romano ha smentito tutto, attribuendo le voci alla manipolazione dei media. Anche il senatore Nicola Morra che negli ultimi tempi veniva dato tra i dissidenti rispetto alla linea più ortodossa, si mette dalla parte di Grillo. Morra, di origini genovesi ma trapiantato da anni a Cosenza, attinge dalla sua professione di docente di filosofia al liceo per esprimere il suo appoggio al leader e alla sua richiesta di avere fede nella sua persona, al di là delle ragioni concrete. «La coscienza della limitatezza della nostra capacità di comprendere, cogliere, capire razionalmente, ci porta sempre più ad affiancare all’intelligenza razionale una capacità di capire attraverso fiducia, di “intuire”- sostiene Morra – La mia intuitività mi suggerisce di fidarmi di Beppe, oggi come in tante altre occasioni».

IL NUOVO ASPIRANTE sindaco per i 5 Stelle, il musicista Luca Pirondini sceglie di non commentare gli eventi che in maniera rocambolesca l’hanno spinto fino alla candidatura a sindaco. Si fa sentire la consigliera regionale Alice Salvatore. La donna considerata il colonnello di Grillo sul territorio e lo sponsor politico di Pirondini rilancia su Fb un commento col quale la senatrice del M5S Elena Fattori invita tutti a non mettere in discussione la scelta di Grillo: «Come si fa a non fidarsi di Beppe? – scrive Fattori – Per un pentastellato la frase ‘Non mi fido di Beppe’ è semplicemente un ossimoro».

Fuori dal coro il parlamentare campano Luigi Gallo: «Io non vado contro la votazione degli iscritti genovesi. Meglio nessun candidato sindaco che tradire la democrazia diretta esercitata dagli iscritti locali», ha scritto prima che la seconda votazione lampo ratificasse la candidatura di Pirondini.