Girato interamente nell’ ufficio (soprannominato the shack/la catapecchia) dove Samuel Fuller ha scritto tra le altre la sceneggiatura di White Dog e dove ancor oggi sua moglie Christa e sua figlia Samantha custodiscono le sue carte, tutti I suoi copioni, I suoi libri, la sua adorata macchina da scrivere Royal, quelle fotografiche e la Bell and Howell 16mm che sua madre gli spedi’ quando era al fronte, in Europa, A Fuller Life e’, nella descrizione di Samantha sul press book del film, il frutto “di una seduta spiritica di due anni in cui ho cercato di veicolare lo spirito di mio padre”.

Le parole sono quelle di Fuller stesso -12 capitoli selezionati dalla sua folgorante autobiografia, A Third Face, scritta nello stile precisissimo, immaginifico e lapidario del giornalismo di cronaca newyorkese su cui Fuller si e’ formato da ragazzo.

La suo storia personale si sovrappone alla storia di buona parte del secolo scorso (Christa, produttore esecutivo di A Fuller Life, cita spesso Howard Zinn, A People’s History, quando parla di questo progetto) e insieme vengono rielaborate nei suoi film. Un percorso densissimo e appassionato corredato inoltre di immagini inedite che Fuller ha girato in Europa durante le guerra e sui suoi set una volta tornato in America. E’ pellicola che, quando ha iniziato a lavoarre al film, Samantha ha scoperto per caso, sotto una scrivania.

Chiamati a leggere le parole di Fuller, nel suo miracoloso pensatoio arrampicato sulla collina di Hollywood, sono amici, collaboratori, colleghi, autori che condivicono lo spirito del grandissimo autore di The Big Red One, Schock Corridor, Underworld USA, Forty Guns….. Tra loro Monte Hellman, Constance Towers, Wim Wenders, William Friedkin, James Franco, Mark Hamill, James Toback, Robert Carradine, Jennifer Beals…I due capitoli che Samantha ci ha gentilmente concesso di pubblicare qui a fianco, nel film sono letti da Bill Duke e Joe Dante.