Sono le 19 e 41 quando nel piazzale dei Tigli si accendono centinaia di fiaccole. C’è tantissima gente, non solo chi qui a Fiumicello ci vive. È la mamma di Giulio, Paola, a dare il via a questo momento emotivamente fortissimo. A due anni dalla scomparsa del giovane ricercatore ci si ritrova, poco prima delle 18 e 30, fuori la scuola media Ugo Pellis che lui stesso ha frequentato da ragazzo. C’è chi è arrivato dalle provincie vicine, chi da più lontano. Tra tanta gente comune anche volti noti della cultura, dello spettacolo, del giornalismo.

[do action=”quote” autore=”Paola Defendi”]A Roma si sono accorti di cosa sta succedendo? Hanno visto che mobilitazione c’è stata oggi?[/do]

 

 

«UNA GIORNATA – commenta Giuseppe Giulietti, presidente nazionale della Fnsi – essenziale e importante. Ma a questo 25 gennaio dobbiamo far seguire il 26, il 27 e tutti gli altri giorni del calendario. È possibile arrivare a verità e giustizia solo continuando a chiedere, se non si spegne l’attenzione mediatica e collettiva su Giulio e, come dicono i suoi genitori con uno straordinario esempio di civiltà, su tutti quei Giulio egiziani che ogni giorno spariscono e perdono la vita».
Ci sono tantissimi giovanissimi, anche bambini. Sono loro ad aprire quello che di fatto è un corteo silenzioso che attraversa tutta Fiumicello. E sono sempre loro che ogni tanto si fermano e leggono quella che è una vera e propria rivisitazione della Costituzione ripensata e adattata secondo la loro sensibilità e visione della vita. Le parole diritti e pace risuonano nelle strade, come l’eco di qualcosa che dovrebbe scontato e invece è ancora tutto da guadagnare.

A TENERE LO STRISCIONE GIALLO che apre invece lo spezzone degli adulti, assieme ai genitori di Giulio, c’è, tra gli altri, anche Pif. «Vengo da una città come Palermo dove ogni giorno ci si confronta con la memoria, con l’esigenza di non dimenticare. Eppure venendo qui, entrando in casa di Giulio, visitando i suoi luoghi, conoscendo i suoi genitori, si ha come l’impressione che da un momento all’altro lui debba arrivare. Invece… Fa molta impressione essere qua, a casa sua». Più defilato, quasi in incognito, tra la gente, un infreddolito e partecipe Valerio Mastandrea. Sarà proprio lui, più tardi, verso le 20 e 30, a leggere proprio degli scritti di Giulio a una platea numerosa che lo ascolta attentamente. Legge questi pensieri con garbo ma evidentemente emozionato.

«I genitori di Giulio – commenta Mastandrea – come la famiglia di Cucchi o la sorella di Uva, hanno reagito a queste ingiustizie con un atteggiamento che solo chi giudica superficialmente queste vicende può vedere come una reazione legata alla relazione parentale. Sono proprio loro a dimostrare invece a noi il loro saper rendere un’ingiustizia patrimonio collettivo e allo stesso tempo mostrano l’incapacità della politica di saper cogliere il lato umano e culturale di queste tragedie, di saperle fare proprie e di saperle trasformare. Questa gente che sa coinvolgere così tante altre persone in tutta Italia, ha una percezione dell’ingiustizia di questi episodi più alta delle istituzioni. La famiglia Regeni – prosegue l’attore -, quella di Cucchi o altre non chiedono solo verità per i propri cari, ma per tutte le situazioni di questo tipo che si ripetono ogni giorno, non solo in Egitto, dove spariscono e muoiono giovani come Giulio ogni giorno, ma anche da noi».

INFINE LE PAROLE di Paola Defendi, la mamma di Giulio che si rivolge alla tanta gente presente nel teatro di Fiumicello: «A Roma si sono accorti di cosa sta succedendo? Hanno visto che mobilitazione c’è stata oggi? Piazze intere piene di gente, tutte gialle. Oggi quindi ribadiamo che se noi riusciamo a ottenere davvero verità e giustizia, facciamo tutti insieme cambiare un intero Paese. E questo, se lo riusciamo a ottenere, sarà proprio grazie a Giulio che continua a darci forza e coraggio per raggiungere questo risultato».