È il «Ricciomatita», un’illustrazione del pittore Vito Savino, il manifesto di quest’anno di Imaginaria, festival internazionale di cinema d’animazione d’autore che si è svolto dal 18 al 23 agosto a Conversano, vicino a Bari. Un disegno misterioso ed evocativo che sembra ricordare il coronavirus, trasformandone la raffigurazione nel segno dell’arte e della creatività. E infatti, nonostante le difficoltà dell’emergenza sanitaria, «il festival non ha rinunciato all’incontro con il pubblico», ha spiegato Luigi Iovane, direttore della rassegna giunta quest’anno alla diciottesima edizione. Gli spettatori hanno riempito l’arena della Casa delle Arti dedicata alla proiezione delle cento opere selezionate per la competizione, nelle categorie International, Student e Kids. Il premio per il miglior cortometraggio animato è andato a The Physics of Sorrow, del bulgaro Theodore Ushev, dal romanzo dI Georgi Gospodinov e racconta la storia di un uomo che ripercorre la sua vita dall’infanzia all’età adulta, ricordando con nostalgia i momenti felici del passato e interrogandosi sul dolore e sul senso dell’esistenza. Un film personalissimo e denso che intreccia eventi individuali e collettivi e che l’autore ha realizzato con l’encausto, un’antica tecnica pittorica risalente agli antichi egizi, utilizzata per la prima volta nell’animazione. Oltre 15.000 inquadrature sono state disegnate a mano, le immagini sono ottenute riscaldando e dipingendo con cera d’api pigmentata. Il risultato è affascinante. Figure e colori intensi e cangianti che rispecchiano il flusso di coscienza del protagonista e ricordano le animazioni dipinte a olio su vetro di un grande regista di animazione, l’artista russo Aleksandr Petrov.

Nella sezione dei corti per studenti ha vinto En rang par deux, di Elisabetta Bosco, Margherita Giusti e Viola Mancini. Il film nasce dall’incontro con due ragazzi africani che vivono a Roma. Afif, di origine tunisina, e Aliou, senegalese, raccontano la loro vita, la loro amicizia e la comune, grande passione per la musica. Un’opera che parla di immigrazione, identità e libertà con ritmo, grazia e delicatezza. A contraddistinguere Imaginaria è anche il concorso «Kids», con una giuria di ragazzi. Quest’anno i giovani spettatori hanno premiato Umbrellas, di Jose Prats e Alvaro Robles. La protagonista, una bambina, riesce ad affrontare e sconfiggere le sue paure grazie alla dolcezza del papà, che le dà forza proteggendola con la sua «barba – ombrello».
Di rapporti familiari parla anche la menzione speciale Daughter, di Daria Kashcheeva, autrice della Repubblica Ceca, la sofferenza di una relazione interrotta tra padre e figlia, realizzata in stop-motion, con uno stile quasi documentaristico.
E la giuria, composta da Regina Pessoa e Roberto Catani, vincitori a Imaginaria 2019, e da Eric Rittatore, blogger ed esperto di cinema d’animazione, ha premiato anche il poetico e raffinato Dreams into drawing, del regista giapponese Koji Yamamura, storia del pittore Kuwagata Keisai, che sogna di essere una carpa dopo averla dipinta.