Dopo settimane di silenzio, la tennista cinese Peng Shuai è apparsa a favore di video e fotocamera in forma smagliante, almeno apparentemente. Le comparse della campionessa tentano, in modo imbarazzante, di disinnescare quello che è diventato uno scandalo internazionale.

I primi filmati di Peng sono iniziati a circolare nella giornata di sabato, dove si vede la tennista entrare in un ristorante a Pechino poco distante da Zhongnanhai, sede del potere cinese. Nel filmato viene inquadrato con attenzione un cartello riportante la data, ribadita – erroneamente – nel secondo video, dove si vede Peng chiacchierare con gli altri commensali degli eventi sportivi del giorno seguente. La cena, apparentemente conviviale e serena, non ha tranquillizzato chi da settimane si interroga sulla sorte dell’atleta. Molti si domandano come mai le testimonianze di quella cena non siano state pubblicate direttamente dalla tennista, che ha conosciuto la scure della censura da quando ha avuto il coraggio di denunciare l’ex vicepremier Zhang Gaoli di violenza sessuale.

I due video, infatti, sono stati diffusi su Twitter da diversi giornalisti dei media statali, tra cui Hu Xijin, direttore del quotidiano Global Times che ha posto l’accento sull’ottima condizione di salute di Peng. Ma la giornata di domenica è stata quella decisiva, segnata da vari tentativi di tranquillizzare la comunità internazionale.
Peng è apparsa durante il Fila Kids Junior Tennis Challenger, ospitato dal China Open, un evento di tennis giovanile tenutosi a Pechino: anche in questa occasione, foto e video che riprendono l’atleta sono stati diffusi da account social di persone molto vicine al Pcc. Diventa così difficile verificare in modo indipendente l’autenticità di questi materiali. Pechino però tira dritto e respinge le critiche di una messinscena per nascondere la reale repressione nei confronti di Peng.

La tennista starebbe bene. Lo avrebbe confermato lei stessa al presidente del Comitato Olimpico Internazionale, Thomas Bach, in una videochiamata in cui ha chiesto che venga rispettata la sua privacy. Ma la conversazione ha scatenato numerose polemiche e aperto diversi interrogativi. Come mai Peng ha deciso di parlare con il responsabile del Cio a pochi mesi dall’inizio delle Olimpiadi invernali di Pechino? Bach, che aveva incontrato proprio l’ex vicepremier Zhang nel 2016 per garantire il successo dell’evento sportivo invernale, ha osservato un sospettoso silenzio da quando è scoppiato il caso #Metoo che investe i vertici del Pcc. Nel corso della videochiamata, infatti, non sono stati fatti riferimenti alle accuse mosse dalla tennista che ha denunciato pubblicamente Zhang in un post su Weibo, repentinamente oscurato.

Il presidente del Cio ora deve districarsi dalle accuse e critiche internazionali che lo descrivono come una pedina nello scacchiere della propaganda cinese. L’unico a non aver avuto ancora uno scambio con Peng è Steve Simon, numero uno della Wta, che chiede da tempo a Pechino di avviare un’indagine trasparente sul caso di molestie sessuali, minacciando la revoca dei contratti commerciali.

Le apparizioni video di Peng non rassicurano sulla sua autonomia e libertà, anzi alimentano dubbi sulla macchina censoria e repressiva del Pcc. Sotto il governo di Xi, figure di alto profilo vengono taciute o, peggio ancora, scompaiono: artisti, celebrità, funzionari di alto rango e magnati dei media finiscono spesso nel silenzio quando la loro voce diventa troppo rumorosa. E il caso della campionessa olimpionica Peng, che si presenta a pochi mesi dall’appuntamento sportivo per cui lo stesso Zhang ha avuto un ruolo determinante, potrebbe non fare eccezione.