Se nel 2015 erano addirittura tre i registi italiani (Moretti, Garrone e Sorrentino) a contendersi la palma d’oro, per il secondo anno consecutivo non compare nessun titolo del belpaese nel concorso del Festival di Cannes. Le speranze italiane si erano principalmente concentrate sul nuovo film di Paolo Virzì, il primo lavoro americano del regista toscano: The Leisure Seeker con Helen Mirren e Donald Sutherland. Speranze infrante ieri dalla conferenza stampa di presentazione della selezione ufficiale, anche se forse vedremo di nuovo Virzì, come l’anno scorso, nella selezione della Quinzaine des Realisateurs dove il suo La pazza gioia era affiancato da Fai bei sogni di Marco Bellocchio e Fiore di Claudio Giovannesi.

E forse qualche titolo italiano lo troveremo nel concorso della Semaine de la critique, dove potrebbe essere selezionato il secondo lungometraggio di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza, Sicilian Ghost Story, realizzato in partecipazione con il Sundance Institute Screenwriters Lab – che nel 2016 ha assegnato ai due registi siciliani il Sundance Institute Global Filmmaking Award – dopo che il loro film d’esordio Salvo era stato lanciato proprio dalla Settimana internazionale della critica di Cannes nel 2013, dove aveva vinto il Grand Prix e il Prix Revelation. Tra i registi che potrebbero partecipare alle sezioni parallele del Festival ci sono anche Leonardo Di Costanzo con il suo secondo film di finzione dopo L’intervallo, L’intrusa, e Susanna Nicchiarelli con un progetto sulla cantante Nico dopo la sua collaborazione con i Velvet Underground – Nico, 1988– in cui la musa rock sarà interpretata da Trine Dyrholm.

Nonostante l’esclusione dal concorso, nella selezione ufficiale di Cannes 70 figurano due titoli italiani: la sezione Un Certain Regard ospiterà il nuovo lavoro di Sergio Castellitto, Fortunata, e il film d’esordio di Annarita Zambrano, che aveva già partecipato al Festival di Cannes nel 2013 con il cortometraggio Ophelia.

Fortunata, scritto da Castellitto insieme a Margaret Mazzantini e interpretato da Jasmine Trinca e Stefano Accorsi, è la storia di una madre romana con un matrimonio fallito alle spalle. Già autrice di un documentario su Luchino Visconti (L’anima del Gattopardo, del 2014) e di sette cortometraggi – il primo, Andante mezzo forte, ha debuttato alla Berlinale nel 2008 – Annarita Zambrano presenterà a Cannes la coproduzione italo-francese Après la guerre, ambientato negli anni Ottanta fra il Sud della Francia e un quartiere borghese di Roma. La guerra a cui fa riferimento il titolo – e cioè la violenza di cui, dice la regista in un’intervista, non ci si libera mai neanche dopo che la guerra è finita – sono gli anni di piombo in Italia.

Alla «guerra di strada» di quegli anni ha preso parte il protagonista Marco, ex militante di sinistra che fugge in Francia nel 1980 e lì, dopo anni, è costretto a fare i conti con il suo passato, che influenza anche le sorti della sua famiglia rimasta in Italia.