Si inaspriscono i toni politici in Belgio dopo gli episodi di domenica scorsa, con l’arrivo di circa 400 hooligans, vicini ad ambienti dell’estrema-destra, nella piazza della Bourse dove un sit-in di commemorazione era stato organizzato per ricordare le vittime degli attentati di martedì 22 marzo. In maggioranza provenienti dalle tifoserie di squadre di calcio della regione fiamminga, gli hooligans si sono presentati nella piazza cantando cori razzisti e creando tensioni, prima che un cordone di polizia riuscisse a respingerli e ad isolarli.

La polemica si è accesa con le dichiarazioni del sindaco di Bruxelles, Yvan Mayeur, che ha accusato il ministro dell’interno, Jan Jambon in quota Nva (partito separatista fiammingo d’estrema destra), di aver lasciato «che un gruppo d’estremisti raggiungesse una piazza pacifica». Il sindaco ha poi rincarato la dose sulla questione linguistica che in Belgio è madre di tutte le polemiche: «le Fiandre con i suoi estremisti sono venute a sporcare il buon nome di Bruxelles».

Una dichiarazione che getta benzina sul fuoco in un contesto politico con una possibile crisi di governo i cui rischi non sono ancora stati sventati. Le dimissioni (poi respinte) dei ministri degli interni, Jan Jambon, e della giustizia, Koen Geens, legate ai mancati arresti dei fratelli El Bakraoui, condannati per piccoli reati e segnalati come potenziali terroristi dal governo turco (secondo modalità improprie contestano le autorità belghe) hanno aperto una breccia in un governo che ha fatto della denuncia di lassismo, verso i partiti (francofoni) che hanno governato Bruxelles in questi anni, il cavallo di battaglia.

Al centro delle polemiche c’è la Nva, vincitore delle scorse elezioni, di estrema destra e dalla vocazione separatista della regione fiamminga (il Belgio è uno stato federale composto da tre regioni: la Wallonia francofona, le Fiandre fiamminghe, e la regione di Bruxelles-Capitale bilingue a maggioranza francofona). La volontà della Nva di sbarcare a Bruxelles (enclave francofona nel mezzo della regione fiamminga) si è tramutata in violente critiche verso la gestione francofona della città.

Critiche oggi rispedite al mittente per le numerose (presunte) leggerezze di cui Jan Jambon sarebbe responsabile. La denuncia verso il corteo degli hoolignas d’estrema destra è arrivata unanime da tutti i partiti, francofoni e fiamminghi, ad esclusione della Nva. Un atteggiamento ambiguo, espressione di una maggioranza di governo sotto lo scacco di un partito all’inseguimento del sogno separatista.