Si chiamerà Special Purpose Vehicle e servirà all’Europa per aggirare le sanzioni imposte dagli Stati uniti contro l’Iran e chi ci farà affari. Lo ha annunciato ieri Federica Mogherini, alta rappresentante Ue agli Affari esteri, da New York dove si è svolta una riunione ministeriale dei paesi firmatari dell’accordo sul nucleare (il 5+1, meno gli Usa).

«Gli Stati membri della Ue istituiranno un’entità giuridica per facilitare le transazioni finanziarie legittime con l’Iran e ciò consentirà alle società europee di continuare gli scambi con l’Iran», ha detto Mogherini ponendo l’accento in particolare sul settore petrolifero. Mentre a poca distanza, al Palazzo di Vetro, Trump minacciava nuove sanzioni a Teheran, Bruxelles lavorava per salvare un accordo storico, dagli enormi risvolti economici e commerciali.

All’entità giuridica in questione, di cui ancora non si conoscono i dettagli operativi, potrebbero aderire anche altri paesi, oltre a quelli europei. Una sfida aperta alla guerra dichiarata dall’amministrazione Trump e il suo seguito (Israele e Arabia saudita in testa) alla Repubblica islamica.

L’idea è di creare «canali di pagamento con l’Iran e la prosecuzione dell’esportazione da parte iraniana di petrolio, gas condensato, prodotti petroliferi e petrolchimici», ha aggiunto Mogherini. Nessuna violazione delle sanzioni ma un loro aggiramento, che sicuramente Washington tenterà di impedire. Ma il fronte a difesa dell’accordo non intende cedere: ieri Pechino ha ribadito che manterrà con l’Iran normali rapporti economici. Alla faccia di Trump.