L’indice di contagio che appare sotto controllo, l’Austria e la Germania che procedono con le riaperture (molto discusse tra i vari Länder) e così il Landeshauptmann Arno Kompatscher decide che a Bolzano può già partire la fase 2 e mezzo. Del resto è legge non scritta che il governo della provincia autonoma ami guardare oltralpe per orientarsi nelle proprie decisioni.

Approvata nella notte con 28 sì, 6 astensioni e un voto contrario, la legge dovrebbe servire per abituare le persone a convivere con il coronavirus, permettendo «la ripresa graduale delle libertà di movimento delle cittadine e dei cittadini, delle attività economiche e delle relazioni sociali».

Ma il governo nazionale ha già deciso di impugnarla. «È un segnale di responsabilità che la provincia autonoma di Bolzano abbia inserito nella legge il riferimento alle linee guida nazionali – ha detto ieri mattina il ministro per gli affari regionali Boccia – tuttavia ha deciso di aprire ugualmente alcune attività commerciali pur in assenza delle linee guida sul lavoro che sono in corso di elaborazione e quindi il governo non può fare altro che impugnare la legge, limitatamente alle parti in contrasto con le regole sulla sicurezza sul lavoro».

LA DECISIONE FINALE sarà del Consiglio dei ministri. Lo strappo della provincia di Bolzano è avvenuto per legge, essendo la provincia autonoma, e non con una delle tante ordinanze delle regioni ordinarie che non sono piaciute al ministro Boccia. Ragione per cui l’impugnazione sarà davanti alla Corte costituzionale e questo, secondo gli auspici di un altro governatore con tendenza alla fuga in avanti, il veneto Zaia, «sarà il cavallo di Troia dell’autonomismo».

«Confidiamo nell’autodisciplina e nel senso di responsabilità dei cittadini», ha detto Kompatscher, esponente della Südtiroler Volkspartei e subito indicato ad esempio da Salvini. E la disciplina non manca, aggirandoci ieri pomeriggio in centro a Bolzano non abbiamo notato una gran differenza rispetto ai giorni precedenti.

Erano aperti i soliti (pochi) negozi di abbigliamento per bambini, i servizi per la telefonia, i negozi alimentari, le panetterie, dove coloro che offrivano il servizio bar, prima della chiusura forzata, già da lunedì scorso offrono il caffè da asporto e da qualche giorno anche spremute di frutta e verdure fresche. Una birreria ha improvvisato un banco proprio dietro la porta d’ingresso e offre «birra to go» e «wurstel to go», mentre le gelaterie devono riempire vaschette formato famiglia, sempre da asporto.

Ovunque, anche nelle farmacie, nei supermercati, alle poste sono segnati gli spazi di sicurezza per terra con scotch colorato per indicare le distanze da tenere. E le persone si mettono rigorosamente in fila. Persino al mercato settimanale di Merano c’erano poche bancarelle di frutta e verdura, ieri un paio di venditori di salumi e formaggi e uno di piante e fiori, una decina in tutto nella grande area solitamente fitta di tende e tendoni, il cui perimetro era interamente blindato con il nastro bianco-rosso, tipico della segnaletica stradale.

All’entrata era posizionato un addetto alla sicurezza, con tanto di gel da spruzzare sulle mani di ogni persona che entrava e con una pinza di legno con cui estraeva i guanti da una confezione aperta, sul tavolo che bloccava ogni ingresso non controllato. Per fortuna c’era anche uno stand che offriva panini e krapfen.

I BOLZANINI rispettano le regole stabilite da Kompatscher, il quale valuta questa crisi ben peggiore di quella finanziaria del 2008 ed è per questo motivo che – forse – ritiene necessario consentire la ripartenza della vita sociale ed economica. Da qualche giorno andava dicendo di volerlo fare negli ambiti in cui la provincia ha la competenza in virtù dello Statuto di autonomia, mentre per quanto riguarda gli spostamenti verso il resto del paese, le lezioni scolastiche e universitarie, le manifestazioni sportive, valgono le normative nazionali.

«Dopo che Roma per settimane non ha ascoltato le richieste per una differenziazione regionale delle misure, abbiamo deciso di intraprendere il nostro percorso legislativo autonomo», ha detto ieri dopo la pubblicazione sul bollettino ufficiale della Regione. La legge (4 articoli per 50 pagine) è in vigore, anche in caso di impugnazione.

Staremo a vedere cosa succede nel fine settimana, con la libertà di movimento sul territorio regionale senza autocertificazioni. E da lunedì possono riaprire «le attività inerenti servizi alla persona, fra cui parrucchieri, barbieri, estetisti» e anche i servizi di ristorazione e i bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie.

Dalla stessa data riprenderanno piena attività anche i musei e le istituzioni culturali comprese biblioteche e centri giovanili. Possono ma non sono tenuti a farlo. E da voci raccolte davanti ai bar in fase di lavaggio, tavoli, sedie e tende parasole sembra che alcuni vogliano attendere il 18 maggio. E il via libera di Roma.