Da sempre «laboratorio culturale» nella città di frontiera, è l’unica «succursale» dell’originale progetto di Franca Rame e Dario Fo. Il circolo ricreativo culturale La Comune nasce «nello spirito della Costituzione repubblicana» durante l’assemblea dell’11 gennaio 1972. Fra i 51 soci fondatori spiccano i nomi di Roberta Fabbrini, Alex Langer, Toni Visentini, Lidia Menapace, Francesca Muscetta, Paolo Pagliaro, Carla Lazzerini. Primo presidente viene eletto Franco Lago, con vice Sandro Forcato e segretaria Luisella Favetti. Nella sede di via Claudia Augusta, 40 si organizzano i primi appuntamenti di un «cartellone» che porterà a Bolzano insieme agli spettacoli della Comune di Milano quelli del Living Theatre e del New York City Ballet.

Anticipare le tendenze

Una lunga storia che vanta anche i concerti di Ray Charles, Pino Daniele, Fabrizio De Andrè, Giorgio Gaber, le rassegne cinematografiche di qualità e spesso «visionarie», il palcoscenico riservato via via a Paolo Poli, Roberto Benigni, Arturo Brachetti, Paolo Rossi o Natalino Balasso. Una costante anticipazione delle tendenze, come quando si esibì l’avvocato Paolo Conte agli esordi dietro il pianoforte o Suzanne Vega cantò davanti a poche decine di spettatori prima di diventare una star.
Una sequenza di aneddoti in Comune. Dal doppio proiettore con traccia audio sfasata rispetto alle immagini, pur di rispettare l’impegno con il documentario sul Fanfani rapito di Fo. Fino al concerto di Gil Evans nel 1982 con il diluvio che impone il trasloco da piazza Vittoria al teatro di Gries per scoprire che era altrettanto allagato.
Come ha sintetizzato Enrico Bertorelle dalle colonne dell’Alto Adige: «Ci sono gli ultimi 45 anni nei quali La Comune ha offerto a Bolzano «badilate di cultura». Ha portato teatro, musica, cinema a chi non sapeva neanche che cosa fossero, ha creato spazi culturali e artistici che prima non esistevano. E poi ha regalato quell’allegra confusione che si crea quando il pubblico arriva e Forcato annuncia qualche intoppo, un ritardo, un cambio di programma. O quando, in ogni caso la sala è piena e l’umile miliziano dell’arte presenta lo spettacolo e preannuncia i prossimi appuntamenti, assicurando che quel concerto sarà bellissimo e quella commedia indimenticabile».

Comunardi di frontiera

Giorgio Delle Donne aggiunge ricordi sulle imprese dei «comunardi» di Bolzano: «Nel 1979 era in programma l’Orchestra della Scala di Milano. La mattina, dieci ore prima del concerto, un rappresentante sindacale disse categoricamente che l’orchestra non avrebbe mai suonato in un ambiente così freddo. Ma il mitico Forcato non si perse d’animo: recuperò a Verona un bruciatore gigantesco e il concerto iniziò, con un po’ di ritardo ma iniziò…».

La Comune di Bolzano rappresenta davvero una spettacolare dimostrazione della promozione culturale a tutto tondo. È da 45 anni che lo spirito dell’atto costitutivo si mantiene vivo, fra un pizzico di ironia burlona e l’impegno da prestigiatori dell’organizzazione. Si tratta di un patrimonio eccezionale, anche solo dal punto di vista della documentazione ormai di carattere storico. Eppure, il futuro è diventato a rischio per la miopia istituzionale della Provincia, in particolare del giovane vice presidente ed assessore alla cultura Christian Tommasini che – al contrario del Comune – non sembra intenzionato a garantire più l’indispensabile sostegno alle attività di Forcato & comunardi.

Di qui l’appello rilanciato recentemente dai soci fondatori, che in pubblico non esitano a rivendicare un’esperienza che non teme confronti e insieme accendono i riflettori su chi ha precise responsabilità: «Chiunque ha la capacità di leggere la nostra storia culturale con occhi sgomberi da filtri astiosi e rancorosi sa riconoscere che il circolo “La Comune” si è sempre rifiutato di allinearsi a qualsiasi potere costituito o di entrare a far parte di qualche carrozzone affaristico clientelare. Proprio per questo chiediamo con forza che cessi la persecuzione assurda e ingiustificata nei confronti de “La Comune” e di quanti continuano a lavorare per farla vivere. Invitiamo l’assessore Tommasini a prendere in mano personalmente la questione, non nascondendosi dietro i suoi funzionari. La responsabilità politica va onorata».

Il primo obiettivo da centrare è la festa per i primi 50 anni della Comune, nata dalla costola di quella inventata dal futuro premio Nobel e sempre in grado di replicare una Bolzano… spettacolare.