Biella è, insieme a Verbania, il più piccolo capoluogo di provincia del Piemonte. Una città ricca ancora oggi nonostante la crisi del tessile, motore produttivo per oltre un secolo. Dalla fine della Prima Repubblica ha sempre regalato percentuali maggioritarie al centro destra e in particolare a Forza Italia. Se il voto politico la rendeva una delle province più berlusconiane del paese, il governo della città ha quasi sempre premiato il centrosinistra. Solo all’apice del Popolo della Libertà, nel 2009, Biella passò al centrodestra con un candidato, Dino Gentile, che in precedenza aveva militato tra le file della Margherita.

Nel 2014, anche grazie all’onda renziana delle elezioni europee, il centrosinistra riuscì nuovamente a conquistare il capoluogo con il 60% dei voti al ballottaggio, battendo le destre. Il Partito democratico, però, negli ultimi cinque anni ha perso buona parte di quel consenso tanto da portare il centrosinistra a registrare il peggior risultato di sempre con l’esclusione del suo sindaco, Marco Cavicchioli, dalla sfida di oggi. Al voto invece andrà, contro il candidato imposto dalla Lega Claudio Corradino, proprio l’ex sindaco Gentile che – dopo la sconfitta del 2014 – si è messo a capo di una coalizione civica con molti esponenti della vecchia Forza Italia ma anche provenienti dal centrosinistra.

Il 26 maggio le destre avevano registrato nel voto europeo e regionale risultati intorno al 55% scesi, nello stesso giorno, a meno del 40 per l’elezione del primo cittadino. La scelta del centrodestra di candidare un esponente salviniano è frutto della volontà della Lega di rivendicare una posizione, provando a ridefinire la geografia del potere locale. Biella come laboratorio della nuova destra, ribaltando il ventennale primato di Forza Italia.
E’ proprio dalla parabola discendente dei berlusconiani che nasce l’anomalia biellese.

L’ affermazione di Gentile con il 28% al primo turno ha però prodotto qualcosa di inedito con l’esclusione dei partiti nazionali dal ballottaggio (Pd e 5 Stelle) e l’affermazione di una coalizione civica «moderata». Se questa notte le urne consegneranno la vittoria a Corradino non solo la Lega avrà rivoluzionato gli assetti nel centrodestra ma si confermerà il vento che soffia nel paese. Se invece dovesse imporsi l’ex sindaco di centrodestra questo potrebbe diventare l’incubatore di un laboratorio politico anche su scala nazionale. Non è un caso che molti notabili del Pd si siano affrettati, da subito, a dichiarare il loro appoggio a Gentile per il ballottaggio.

E’ anche per questo che Matteo Salvini ha aperto la campagna elettorale nazionale della Lega, il 27 aprile, proprio a Biella e l’ha conclusa sempre qui, venerdì sera, riempiendo una piazza nella periferia popolare della città, una volta storico feudo della sinistra.
Il ministro dell’Interno oggi è l’uomo che vince. Se questa notte Corradino – che un mese fa si inginocchiò al cospetto del leader leghista durante il comizio biellese – vincerà, Salvini si confermerà il «Re Mida» della politica italiana attuale, al contrario potrebbe arrivare da Biella un piccolo segnale.