Quando si parla al presente di crisi o quando si usa con enfasi la parola «evento», forse bisognerebbe fare un piccolo sforzo con la propria memoria, senza necessariamente andare tanto a ritroso nel tempo. Per esempio, prendendo spunto dalla puntata pilota di Deutschland 83, serie televisiva prodotta in Germania ma pensata per il mercato statunitense, in concorso al Roma Fiction Fest, si torna con la mente alla terribile minaccia di una guerra nucleare. Forse, trenta anni fa, gli Stati non saltavano in aria per le politiche finanziarie, ma l’idea che da un giorno all’altro tutto potesse incenerirsi e diventare radioattivo, bastava a rendere il futuro prossimo un vero e proprio incubo.

Visto oggi, il 1983 sembra molto vicino all’anno della caduta del Muro di Berlino. Ma in quel momento pochi potevano immaginare quanto fossero inutili le azioni patriottiche, quanto fosse vano difendere l’Occidente dall’Oriente, il capitalismo dal comunismo, e viceversa. Nel mondo ricostruito in Deutschland 83 tutti i protagonisti sono vittime di un irretimento.
Si inizia con una televisione accesa e Ronald Reagan presidente degli Stati uniti che pronuncia il celebre discorso sull’Unione Sovietica e l’impero del male. La corsa al nucleare non può essere fermata perché sarebbe una debolezza credere alle parole dei comunisti e cedere alle proteste dei pacifisti.

Il discorso mette in agitazione i vertici della Germania Est. La DDR è sotto minaccia e bisogna capire quali siano le vere intenzioni oltre cortina. Per questo motivo spediscono nella vicina Germania Ovest una spia che possa carpire i piani del nemico. Il giovane Martin Rauch, così, si trova catapultato in una realtà molto più grande. Costretto ad accettare la missione perché in cambio sua madre riceverà il tanto agognato trapianto di reni.

Pare inevitabile fare un confronto seppur superficiale con un’altra serie televisiva che da qualche anno sta ricostruendo l’immaginario di quel periodo, The Americans. Al di là della cura per le scenografie, per i costumi, per le musiche, la cosa che al momento rende impari il confronto è la durezza con la quale in The Americans le spie russe trapiantate negli Stati uniti e quelle americane, danno vita a un conflitto che fa riflettere sulle miserie umane. La guerra, anche se fredda, non è una modalità dell’esistenza da osservare con bonarietà. Si muore, si subiscono violenze e abusi, nessuno è salvo, l’innocenza è perduta per sempre. Gli ideatori di Deutschland 83, per parte loro, sembrano più propensi a privilegiare il gusto per il vintage e a salvare Martin dal peccato.