Tutti insieme contro l’estrema destra che da otto mesi ha conquistato un posto al Bundestag. Un vero e proprio “fronte popolare antifascista”, con tanto di Aufruf! cioè l’appello alla Germania che non vuole tornare indietro nella storia. Stamattina proprio davanti al Parlamento è prevista la manifestazione in risposta al corteo nazionale di Alternative für Deutschland nella vicina Washington Platz davanti alla stazione centrale di Berlino.

«Stoppa l’odio, stoppa Afd» è lo slogan lanciato dai promotori: in prima fila i sindacati metalmeccanici e della pubblica amministrazione IG-Metall e Ver.Di con Spd, Linke e Grünen. Ma è sintomatico che nell’elenco delle adesioni spicchino l’associazione dei turchi di Berlino-Brandeburgo accanto al gruppo degli studenti curdi e la “Voce ebrea per una pace giusta” di fianco ai rifugiati iraniani. Per tutti l’appuntamento è a mezzogiorno in Piazza della Repubblica, fra la porta di Brandeburgo e la sede della cancelleria federale. Il “pratone” più frequentato di Berlino, perfetta vetrina mediatica e insieme il luogo simbolo della Germania che si identifica nel “Volk” fedele alla Costituzione anti-nazista.

Sono oltre 120 le sigle in piazza: dai giovani socialisti (Jusos) al movimento Diem 25, dagli ecologisti di “Ende Gelände” ai motociclisti di “Kuhle Wampe”, dagli “Amici della Natura” fino al “Consiglio dei rifugiati”.
Una domenica particolare per la Spd, sempre e comunque in mezzo al guado. I socialisti tedeschi sono ora nelle mani della neo-segretaria Andrea Nahles alle prese con un’altra contraddizione: la delegazione dei ministri Spd siede nel governo di Grande Coalizione con Angela Merkel, mentre i militanti in piazza si allineano con i rosso-verdi che amministrano la capitale.

Invece il “fronte antifascista” non ha nessuna incertezza sull’importanza di contrastare la marea nera di Afd. «Il nostro obiettivo è semplice: essere molti più di loro e non fargli fare neppure un passo. Abbiamo chiesto l’autorizzazione per 13 manifestazioni in contemporanea. Siamo pronti alla disobbedienza civile» spiega Nora Berneis, a nome del cartello degli organizzatori.

Il confronto diretto è oggi nel cuore di Berlino: da una parte le bandiere blu dei fascio-nazionalisti con il motto «Germania futura», dall’altra il popolo già protagonista a febbraio di un’iniziativa analoga. Del resto nella città-Stato, i rigurgiti nazisti non trovano complicità neppure passiva: già all’epoca della marcia di Pegida il sindaco Spd ordinò di spegnere l’illuminazione pubblica al passaggio del corteo, imitato dai vertici della Chiesa locale. Segnale inequivocabile, come il nuovo “messaggio” da recapitare ai leader Afd Alexander Gautland e Jörg Meuthen. «Riuniscono i razzisti e la destra radicale di Pegida, movimento identitario, fino ai neonazisti della Npd. Grazie alla retorica e alle bugie diffondono l’odio. Afd è nemico della democrazia e ritiene responsabili i musulmani per ogni tipo di male: dalla povertà alla violenza sessuale. Quando ci sono state aggressioni e incendi dolosi ai centri-profughi ha protetto gli autori».

Si preannuncia una giornata delicata per la polizia di Berlino, chiamata a impedire ogni possibile contatto fisico. La partita politica e mediatica si gioca soprattutto sui numeri, con Afd che annuncia l’arrivo di 10 mila sostenitori dall’intera Germania e punta l’indice contro «la sinistra che vuole impedire un diritto costituzionale». Ma la strategia anti-odio è raffinata e sofisticata, perchè prevede una rete di mini-presidi per circondare il quartiere di Mitte. In pratica, la messa in quarantena della manifestazione dell’estrema destra. Attivate le realtà di quartiere a Friedrichshain, Charlottenburg, Tempelhof, Neukölln e Lichtenberg. Non esita a metterci la faccia il noto attore e doppiatore Rolf Becker, mentre si sono mobilitate le associazioni della galassia Lgbt come il teatro An der parkaue insieme al Neisse Film Festival.

«Non sarà un picnic» minaccia alla vigilia Guido Reil durante la conferenza stampa di Afd all’interno del Parlamento. Una precisa provocazione: dal palcoscenico istituzionale della Germania riunificata per la prima volta viene lanciata un’iniziativa di piazza. Una ragione di più del “fronte antifascista”: soffocare sul nascere il partito-movimento che dimostra di avere troppe analogie con quello originale di Adolf Hitler.