Se vivesse a Berlino, uno come Matteo Salvini impazzirebbe di rabbia. Soprattutto se vivesse a Kreuzberg, storico quartiere alternativo della capitale tedesca, in cui provano a trattare i profughi come esseri umani. La notizia è clamorosa: oggi il consiglio della municipalità di Kreuzberg-Friedrichshain voterà una mozione che prevede l’esproprio di alcuni appartamenti vuoti affinché siano destinati ad alcune delle tantissime persone scappate dalla Siria o da altri teatri di guerra, che continuano a giungere in Germania. Ma ciò che rende il provvedimento realmente degno di nota è un «dettaglio»: si tratta di appartamenti di lusso, mai abitati da nessuno in precedenza.
Fino a 10-15 anni fa quel genere di case a Kreuzberg non esistevano. Poi è arrivata la cosiddetta gentrification, concetto con il quale i sociologi spiegano il «risanamento» delle città che porta con sé anche un «ricambio» negli abitanti: via i poveri (spesso studenti o lavoratori immigrati), spazio ai ricchi. Berlino, putroppo, non è stata esente da questo fenomeno, anzi: ne è uno degli epicentri. Per fortuna, un po’ di resistenza (da parte degli abitanti e delle forze di sinistra) c’è stata, e continua ad esserci: come mostra anche il provvedimento della municipalità che verrà votato oggi.
Il segnale, dunque, è duplice: i profughi sono i benvenuti, e le città non appartengono ai ricchi. Appartamenti vuoti e persone ammassate nei centri di accoglienza sono due cose che non possono stare insieme: almeno, a Kreuzberg. Una municipalità dove i rapporti politici sono molto sbilanciati verso sinistra. Governano i Verdi, che qua si presentano nella loro versione più «rossa» possibile: la loro figura-simbolo è il deputato al Bundestag Hans-Christian Ströbele, ex avvocato della Raf e protagonista di tutte le battaglie politiche più scomode. Buon seguito hanno anche la Linke e la Spd, e addirittura i Pirati hanno più voti della Cdu della cancelliera, che da queste parti non va mai oltre il 10%.
Il provvedimento oggi sarà votato da quasi tutto il consiglio municipale, democristiani esclusi. Non è ancora chiaro se ci saranno subito delle conseguenze pratiche: più probabilmente, comincerà una fase di trattative con la proprietà degli immobili (investitori del Lussembugo, della Turchia e dell’Austria) alla quale la municipalità intende comunque riconoscere un indennizzo per l’esproprio. La misura adottata riguarda un numero limitato di appartamenti in un complesso dal nome Riehmers Hofgarten, disabitato per quasi due terzi. Ma è possibile che il voto di oggi segni un precedente, ripetibile a Berlino o in altre città tedesche. Non ovunque, naturalmente, le condizioni sono favorevoli come a Kreuzberg, quartiere non solo alternativo, ma anche «turco»: qui trovarono una nuova patria moltissimi immigrati anatolici giunti a Berlino ovest a partire dagli anni ’60. L’accoglienza, quindi, è nel dna di questo (magnifico) lembo della capitale federale.